Tribunale di Sassari, stalking all’amica della figlia: a processo
di Nadia Cossu
Una 13enne vittima di minacce e molestie telefoniche: centinaia di chiamate mute e volantini denigratori sparsi per il paese
27 giugno 2021
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SASSARI. Volantini sparsi in diverse vie del paese e poi vicino a casa della vittima, alla fermata dello scuolabus, in prossimità di istituti scolastici e nel piazzale della chiesa. Bigliettini scritti a mano con frasi denigratorie rivolte a una ragazzina di tredici anni: “riccioli di merda”, “fea”, “mongola, fai cag...”, “faccia di mostro”, “stai attenta merdaccia”, “se esci ti picchio”. Offese, minacce e insulti che a quell’età possono fare molto male. Ed è per questo motivo che una madre, allarmata per l’improvvisa “chiusura” della propria figlia, per quegli occhi spenti e preoccupati e perché a un certo punto quei biglietti li aveva trovati anche lei, ha presentato una denuncia ai carabinieri. Anche perché dopo i volantini erano arrivate le telefonate anonime, anche più di venti al giorno, per un totale di quasi 400 chiamate mute che stavano rendendo impossibile la vita alla ragazzina e alla sua famiglia.
Le indagini hanno consentito di scoprire che dietro queste molestie ci sarebbe (il condizionale è d’obbligo) la mamma di un’amichetta della vittima. Le ragioni di questo accanimento nessuno è riuscito a spiegarsele ma di certo quella donna, una 38enne di un paese della provincia dove sono avvenuti i fatti, è finita a giudizio (con citazione diretta) «per avere – si legge nel decreto firmato dal procuratore Gianni Caria – per petulanza o biasimevole motivo, effettuato innumerevoli telefonate mute e anonime (circa 373 solo nel periodo osservato) recando alla minore molestie telefoniche».
Intanto nell’udienza davanti al giudice Antonietta Crobu – alla quale erano presenti le persone offese (madre e figlia), assistite dall’avvocato Lidia Marongiu – non è stata accolta l’istanza di oblazione ed è stato deciso un rinvio per la scelta del rito.
La storia approdata alcuni giorni fa in tribunale è cominciata con una querela per diffamazione e minacce subite dalla tredicenne tra ottobre del 2018 e gennaio 2019. La mamma della ragazzina aveva raccontato ai militari che più o meno dall’inizio dell’anno scolastico «in giro per il paese e in particolare vicino a casa mia, nello spiazzo della chiesa, all’oratorio e alla fermata dello scuolabus stanno circolando dei bigliettini scritti a mano che sono molto offensivi e denigratori e contengono delle minacce verso mia figlia...». Il sospetto è che l’autrice appartenga allo stesso nucleo familiare della persona che in seguito ha molestato telefonicamente la ragazza. La mamma della 13enne aveva portato in caserma tutti i volantini. Aveva anche spiegato come questi fatti avessero avuto conseguenze sulla figlia: «Ne sta risentendo da un punto di vista comportamentale e sta diventando molto introversa per via delle offese e delle minacce».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Le indagini hanno consentito di scoprire che dietro queste molestie ci sarebbe (il condizionale è d’obbligo) la mamma di un’amichetta della vittima. Le ragioni di questo accanimento nessuno è riuscito a spiegarsele ma di certo quella donna, una 38enne di un paese della provincia dove sono avvenuti i fatti, è finita a giudizio (con citazione diretta) «per avere – si legge nel decreto firmato dal procuratore Gianni Caria – per petulanza o biasimevole motivo, effettuato innumerevoli telefonate mute e anonime (circa 373 solo nel periodo osservato) recando alla minore molestie telefoniche».
Intanto nell’udienza davanti al giudice Antonietta Crobu – alla quale erano presenti le persone offese (madre e figlia), assistite dall’avvocato Lidia Marongiu – non è stata accolta l’istanza di oblazione ed è stato deciso un rinvio per la scelta del rito.
La storia approdata alcuni giorni fa in tribunale è cominciata con una querela per diffamazione e minacce subite dalla tredicenne tra ottobre del 2018 e gennaio 2019. La mamma della ragazzina aveva raccontato ai militari che più o meno dall’inizio dell’anno scolastico «in giro per il paese e in particolare vicino a casa mia, nello spiazzo della chiesa, all’oratorio e alla fermata dello scuolabus stanno circolando dei bigliettini scritti a mano che sono molto offensivi e denigratori e contengono delle minacce verso mia figlia...». Il sospetto è che l’autrice appartenga allo stesso nucleo familiare della persona che in seguito ha molestato telefonicamente la ragazza. La mamma della 13enne aveva portato in caserma tutti i volantini. Aveva anche spiegato come questi fatti avessero avuto conseguenze sulla figlia: «Ne sta risentendo da un punto di vista comportamentale e sta diventando molto introversa per via delle offese e delle minacce».
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