La Nuova Sardegna

Sassari

Villa abusiva al mare: il pm di Sassari chiede 7 anni per Antonello Peru

Nadia Cossu
Villa abusiva al mare: il pm di Sassari chiede 7 anni per Antonello Peru

Al consigliere regionale contestata anche la concussione. Sollecitate condanne a due anni per altri cinque imputati

03 novembre 2021
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SASSARI. Il peso della carica pubblica «utilizzato per fini privati» con una «spendita continua della propria posizione per acquisire potere e fare in modo che venissero assecondate le sue richieste». Sono alcuni passaggi della discussione del pubblico ministero Maria Paola Asara nel processo a carico di Antonello Peru e altri sei imputati nato a conclusione dell’inchiesta sui presunti abusi edilizi nella villa al mare del consigliere regionale di Sorso che all’epoca dei fatti era anche vicepresidente del consiglio regionale.

Ieri mattina, al termine della requisitoria, la pm ha chiesto per Peru – al quale è contestato il reato più pesante, ossia la concussione – una condanna complessiva a sette anni di reclusione. Il consigliere regionale (difeso dagli avvocati Luigi Esposito e Marco Enrico) deve rispondere infatti anche di falsità ideologica e materiale in concorso. Chiesta anche la confisca della villa di Marritza «perché da considerarsi profitto dei reati commessi».

Pene più lievi sono state chieste per gli altri imputati accusati a vario titolo di abuso d’ufficio (reato prescritto), falsità ideologica e materiale, rivelazione di segreti d’ufficio, favoreggiamento. In particolare la Asara ha sollecitato la condanna a due anni e sei mesi per Alessandra Piras (architetto, compagna di Peru, difesa dagli avvocati Mariano Mameli e Pasquale Ramazzotti), a due anni per Enrico Cabras (all’epoca comandante della polizia municipale, difeso dall’avvocato Loredana Martinez) e per Marco Del Rio e Maurizio Loriga (rispettivamente ingegnere responsabile del servizio vigilanza e dirigente dell’ufficio tecnico comunale, assistiti dall’avvocato Gabriele Satta). Chiesti infine due anni e sei mesi per Marcello Cherchi (ingegnere strutturista, anche lui difeso da Satta). Mentre nei confronti di Angelo Antonio Dedola (titolare dell’impresa che eseguì i lavori, assistito dall’avvocato Sergio Milia), è stata chiesta l’assoluzione perché l’unico reato che gli era stato contestato è prescritto.

Il pubblico ministero ieri ha depositato una memoria scritta di oltre 130 pagine e nella breve requisitoria orale davanti al collegio presieduto dal giudice Mauro Pusceddu (a latere Giulia Tronci e Sergio De Luca) si è concentrato in particolare sulla figura di Antonello Peru e sulla sua condotta successiva all’esposto presentato da un cittadino, vicino di casa dell’onorevole, che aveva segnalato attività edilizie sospette a Marritza («un immobile demolito e interamente ricostruito»), a poche decine di metri dalla battigia (quindi zona sottoposta a vincolo paesaggistico). A quel punto c’era stato un sopralluogo della polizia locale. «Ed ecco che Peru – ha ricordato ieri la Asara – come viene a saperlo chiama il comandante Cabras che si mette a disposizione del politico per fargli sapere chi è l’autore dell’esposto. L’imputato vuole vendicarsi di chi ha avuto l’ardire di fare quella segnalazione. Circostanza che emerge dalle intercettazioni».

E proprio nell’aver «costretto indebitamente» l’allora comandante della polizia locale di Sorso «a porsi a sua disposizione, pilotando in senso a lui favorevole la definizione del procedimento penale (quello per l’abuso edilizio)» starebbe il reato di concussione. In seguito, avendo saputo che Cabras «di sua iniziativa si era discostato dalle indicazioni impartitegli dal direttore dei lavori Alessandra Piras non inviando una relazione tecnica alla Procura della Repubblica, lo minacciò di fargli perdere il posto di lavoro». Per la Asara a quel punto «si creò un apparato (quello che coinvolge gli altri imputati ndc) con la finalità di mettere una pezza nell’abuso edilizio già esistente».

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