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Sassari, «Anche io truffata da quella avvocata»

Luca Fiori
Sassari, «Anche io truffata da quella avvocata»

Una cliente disabile della civilista si è rivolta ai carabinieri: «Dal 2017 le mie rate di Abbanoa finivano su una Postepay»

30 dicembre 2021
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SASSARI. Il sistema sembrerebbe del tutto simile a quello che i giorni scorsi l’ha fatta finire a processo per appropriazione indebita, per aver trattenuto per sé - secondo la Procura della Repubblica - la somma di cinquemila euro di una cliente, destinata a una concessionaria di auto cittadina.

Questa volta la presunta vittima dell’avvocata sassarese Gabriella Olia, 55 anni, è una vedova di Sorso: una sessantacinquenne affetta da una grave malattia e con una pensione mensile di 800 euro. Fidandosi della professionista, conosciuta attraverso un’amica comune, nel 2017 la donna le aveva affidato l’incarico di concordare un piano di rientro con Abbanoa per un debito di poco più di 6700 euro. Ma solo di recente la donna ha scoperto che le sue rate mensili da 200 euro non sarebbero mai arrivate nelle casse del gestore idrico.

Qualche giorno fa la vittima di quello che sembrerebbe un nuovo raggiro dell’avvocata sassarese - già segnalata all’Ordine degli avvocati del foro di Sassari - si è presentata dai carabinieri con il suo nuovo difensore, l’avvocata Rosangela Mele, e con l’amministratrice di sostegno, l’avvocata Cristina Ganadu. La 65enne ha presentato una querela con la speranza che la Procura della Repubblica possa far luce su quella che ha tutte le sembianze di una nuova truffa. Questa volta con l’aggravante di aver ingannato una donna vedova e gravemente malata.

«Avevo ricevuto un sollecito da parte di Abbanoa - ha raccontato la presunta vittima ai carabinieri - per un pagamento di 6784 euro. Su consiglio di un’amica mi sono rivolta a un’avvocata di Sassari che mi ha assicurato che avrebbe risolto tutto lei spiegando la situazione ad Abbanoa. Il piano di rientro prevedeva una rata mensile di 200 euro - hanno scritto gli avvocati della donna nella querela - che la 65enne doveva versare con un bonifico su una Postepay indicata dall’avvocatessa». Non vedendo un centesimo di quanto pattuito, circa un anno fa Abbanoa era tornata alla carica, inviando un nuovo sollecito con lo stesso importo del 2017. Solo a quel punto la donna aveva capito che qualcosa non andava e tramite la figlia, e poi affidando l’incarico a un nuovo legale, aveva provato a mettersi in contatto con l’avvocata. Telefonate, messaggi, mail ordinarie e certificate non avevano però avuto alcuna risposta. A quel punto, dopo aver informato il consiglio dell’Ordine forense, l’amministratrice di sostegno ha deciso di presentare una querela ai carabinieri per appropriazione indebita. Appena dieci giorni fa l’avvocata si è ritrovata davanti al giudice Elena Meloni con l’accusa di aver intascato i cinquemila euro che una sua cliente algherese avrebbe dovuto versare nelle casse della concessionaria “Auto A” per delle rate insolute di una Fiat Cinquecento. Anche in quel caso l’avvocata aveva rassicurato la cliente: «Stai tranquilla, penso a tutto io».

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