La Nuova Sardegna

Sassari

A Sant’Orsola ritorna il medico di famiglia

A Sant’Orsola ritorna il medico di famiglia

Nel quartiere di 5mila abitanti i tre dottori che operavano hanno lasciato Ora il servizio è affidato a Caterina Falchi. Prossimo obiettivo: un pediatra 

20 gennaio 2022
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SASSARI. A Sant’Orsola riapre l’ambulatorio un medico di famiglia. Una notizia che il quartiere di cinquemila abitanti attendeva da mesi. In camice bianco ha preso servizio la dottoressa Caterina Falchi che dal 7 gennaio sta ricevendo i pazienti in via Fratelli Atzeni 2, nell’ex centro commerciale della cosiddetta Sant’Orsola storica.

Per il presidente del Comitato di quartiere Francesco Piras è un risultato importante che copre, anche se solo in parte una mancanza di assistenza sanitaria di base invece indispensabile. «Fino ad agosto, a Sant’Orsola erano presenti tre medici di base che avevano il proprio ambulatorio in due diverse zone del quartiere – dice Francesco Piras- fornendo, dando cosi il proprio fondamentale servizio con continuità alle famiglie del quartiere».

Nel corso del 2021, però, i tre dottori hanno smesso di operare (due di loro sono andati in pensione). «Una lenta emorragia di assistenza a cui i residenti hanno dovuto loro malgrado assistere e che li ha costretti a doversi spostare in altre zone della città con tutti i disagi che ne sono seguiti – afferma il presidente del Comitato di quartiere –. Perciò noi ci siamo subito messi in moto per verificare se ci fossero professionisti disposti ad accettare l’incarico».

Non stato né veloce né semplice ma alla fine è nata l’occasione buona. La dottoressa Falchi, che ha operato a lungo a Valledoria, ma è una “sant’orsolina”, ha potuto essere assegnata al quartiere.

«In un’epoca decisamente problematica come quella che attualmente stiamo attraversando, sotto il profilo dell’assistenza sanitaria, a causa della pandemia e della grave carenza di medici di famiglia, finalmente il quartiere di Sant’Orsola può contare nuovamente sulla presenza di un ambulatorio di medicina di base convenzionata – sottolinea Piras – . E i numerosissimi pazienti, rimasti per mesi senza un medico di famiglia, possono oggi riappropriarsi del diritto fondamentale alla salute e alla materiale possibilità di rivolgersi ad un professionista sanitario di fiducia».

Un primo passo, quello del ritorno di almeno un medico di base, che gli abitanti si augurano sia il preludio per un progressivo incremento di servizi , particolarmente in ambito sanitario. «Tre anni fa ha finalmente aperto la farmacia, anche questa un presidio sanitario indispensabile, ci auguriamo che poi altri medici convenzionati e specialisti possano scegliere il quartiere», conclude il presidente Piras. Che coltiva un altra speranza: il pediatra convenzionato con il servizio sanitario. E chissà che non sia una speranza che possa concretizzare in un futuro non troppo lontano. ( p.f.).



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