La Nuova Sardegna

Sassari

Tamponi, un salasso per le famiglie con figli piccoli

di Salvatore Santoni
Tamponi, un salasso per le famiglie con figli piccoli

Sorso: costi troppo elevati, tanti genitori sul piede di guerra «Per le scuole primarie e dell’infanzia devono essere gratis»

28 gennaio 2022
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SORSO. I più fortunati hanno soltanto un figlio in età di scuola dell’obbligo e tutto sommato riescono a tenere botta. Ma poi c’è chi tra scuole primarie e dell’infanzia di pargoli ne ha tre, o quattro, e quindi rischia di rimetterci una buona dose di stipendio. Sempre che la busta paga uno ce l’abbia. È uno degli effetti collaterali della pandemia a cavallo tra mura scolastiche e domestiche, una roulette dei tamponi che sta travolgendo in molti.

Basta infatti un caso positivo all’interno di una classe per far scattare lo screening su tutti gli altri alunni. Che tradotto in moneta fanno 30 euro a “cranietto”: 15 per il tampone a T0 e altrettanti a T5. «Soltanto questa settimana abbiamo speso 50 euro – raccolta una mamma sorsense – e altri 45 la scorsa. Siamo finiti in quarantena per un contatto con una persona positiva e le autorità sanitarie ci hanno abbandonato. Nessuno ci ha detto cosa fare e come farlo, ci siamo arrangiati andando in farmacia per poter far rientrare i bambini a scuola». Il malumore ha cominciato a correre nelle chat whatsapp, poi alcuni genitori si sono incontrati per fare squadra e c’è anche chi si spinge oltre e minaccia di tenere i figli a casa. «Se devo scegliere tra mettere il cibo in tavola e rischiare una denuncia – dice un papà esasperato – preferisco nettamente dare prima da mangiare ai miei figli. Questa situazione è insostenibile, la nostra è una famiglia mono reddito e non possiamo permetterci di spendere 50, 100 euro a settimana per i tamponi». Ci sono anche delle situazioni nelle quali il destino è veramente balordo. «Nella classe di mio figlio c’è stato un caso di positività – raccolta un altro genitore – così abbiamo fatto i classici due tamponi distanziati. Sono risultati entrambi negativi e a quel punto il bambino è potuto rientrare a scuola. Era un lunedì e lo stesso giorno è risultato positivo un altro compagno, e quindi la scuola voleva che ripetessi i due tamponi a distanza di cinque giorni. Non ho potuto fare altro che tenere il bambino a casa perché non potevo spendere altri 30 euro in settimana. Per chi ha tre, quattro figli, è una mazzata, non capisco come si possa andare avanti. Le istituzioni non ci aiutano, e tutto ricade sulle spalle delle famiglie».

A supportare la battaglia delle famiglie contro il salasso dei tamponi ci sono i consiglieri comunali d’opposizione Gianni Tilocca e Daniele Pittalis. «La norma di riferimento – spiegano i due – prevede la gratuità dei tamponi solo per gli studenti frequentanti le scuole secondarie di primo e di secondo grado escludendo dall’esenzione la popolazione scolastica degli asili e delle scuole elementari. Le famiglie si trovano quindi a scontrarsi da un lato con un protocollo articolato per quanti riguarda la presenza in classe e dall’altro con importanti costi che divengono addirittura insostenibili per quei nuclei che vivono in condizioni di disagio economico anche con presenza di più figli nella fascia di età interessata». «Facciamo nostra e sosteniamo – aggiungono Tilocca e Pittalis – la proposta di Anci Sardegna con la quale si chiede alla Regione di agire in via diretta o per tramite dei ministeri competenti affinché si possa prevedere anche per gli studenti delle scuole dell’infanzia e delle scuole primarie l’estensione fino al 28 febbraio 2022 dell’esecuzione gratuita dei test antigenici».



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