La Nuova Sardegna

Sassari

Villa abusiva a Sorso, in aula la difesa di Peru

Antonello Peru
Antonello Peru

Nel processo a 7 imputati, il reato più grave (concussione) è contestato al consigliere regionale

24 febbraio 2022
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SASSARI. È stata una lunga e articolata arringa quella degli avvocati Pietro Pittalis e Luigi Esposito che difendono il consigliere regionale Antonello Peru nel processo che coinvolge lui e altre sei persone per i presunti abusi edilizi nella villa di Marritza, di proprietà del politico di Sorso. Tra i reati contestati: abuso d’ufficio, falsità ideologica e materiale, favoreggiamento, rivelazione di segreti d’ufficio. Ma l’accusa più pesante è a carico di Peru – concussione – e ha determinato una richiesta di condanna a 7 anni da parte della pm Maria Paola Asara secondo cui l’imputato avrebbe «costretto indebitamente» l’allora comandante della polizia locale di Sorso Enrico Cabras «a porsi a sua disposizione (di Peru ndc), pilotando in senso a lui favorevole la definizione del procedimento penale».

In particolare, aveva sostenuto la Asara, «nel corso del colloquio avvenuto tra i due, Peru, saputo che Cabras di sua iniziativa si era discostato dalle indicazioni impartitegli dal direttore dei lavori Alessandra Piras non inviando una relazione tecnica alla Procura nell’ambito del procedimento, minacciò di fargli perdere il posto di lavoro». I difensori di Peru hanno tentato di smontare pezzo per pezzo il castello di accuse.

Partendo dai presunti abusi edilizi: «Dall’insieme delle dichiarazioni testimoniali nulla, o molto poco, emerge in ordine a questo – ha spiegato Esposito – Viceversa emerge che gli interventi che per il pm sarebbero stati eseguiti in parziale difformità rispetto al permesso di costruire sono consistiti in opere di ristrutturazione che hanno riguardato l’interno dell’edificio che, per sagoma, superfici, volumi e destinazione d’uso, è risultato perfettamente conforme all’elaborato progettuale».

Per alcuni capi di imputazione, poi, basati in gran parte su intercettazioni, la difesa pur entrando nel merito della contestazione ha insistito sul fatto che debbano considerarsi inutilizzabili perché illegittime.

Per quanto riguarda la concussione l’avvocato Esposito ha prima ricordato il fatto che già il gip, rigettando all’epoca l’applicazione della misura cautelare, aveva ritenuto insussistenti i gravi indizi di colpevolezza a carico di Peru. Il legale ha quindi aggiunto che in questo processo specifico è stato lo stesso Cabras ad aver affermato, a più riprese, «di non aver mai rivelato il contenuto degli atti di indagine, di non aver mai messo al corrente Peru dell’attività investigativa, di non avergli nemmeno riferito i nomi dei denuncianti, di non essere mai stato oggetto di pressioni o, peggio, di minacce perché le avrebbe certamente denunciate, di aver collaborato a predisporre la comunicazione della notizia di reato, di aver esattamente evaso la delega di indagine attribuitagli dal pm. E di non avere, in definitiva subito alcun “condizionamento ambientale” veicolato da Peru». Da qui la richiesta di assoluzione da tutti i reati perché il fatto non sussiste. Nella prossima udienza la parola ai difensori degli altri imputati. (na.co.)


 

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