La Nuova Sardegna

Sassari

Usini, il paese abbraccia due gemelline ucraine

di Franco Cuccuru
Usini, il paese abbraccia due gemelline ucraine

Le bimbe di quasi 6 anni sono fuggite dalla guerra con la mamma e le due nonne. Accoglienza in Comune dopo un lungo viaggio. Il sindaco: «Sentitevi a casa»

19 marzo 2022
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USINI. «All’arrivo in sala consiliare di Polina e Aurora, le due gemelline ucraine di quasi sei anni, accompagnate dalla loro mamma, abbiamo capito subito che nessun consiglio comunale, per quanto possa essere importante, sarebbe valso più di un sorriso strappato al volto triste e assonnato di quelle due bimbe».

Non ha nascosto l’emozione ieri mattina il sindaco di Usini Antonio Brundu quando l’assemblea civica ha accolto l’arrivo in paese di una famiglia proveniente dall’Ucraina, ospite di due famiglie usinesi. Polina e Aurora sono gemelle e festeggeranno a breve il loro sesto compleanno. Con Oksana, la loro mamma e le due nonne, Valentyna e Rymna, hanno lasciato l’Ucraina e, grazie al contatto con Manuel Masia, usinese e presidente della Consulta delle associazioni, hanno trovato l’aggancio per scappare dalla guerra. Sono arrivate giovedì mattina a Olbia, con la loro auto, dopo un viaggio di oltre 3000 chilometri, attraversando mezza Europa, l’Italia, la tappa a Matelica, poi Civitavecchia e l’arrivo in Sardegna. Destinazione Usini, ospiti di due famiglie che hanno dato la loro disponibilità. Pochi punti all’ordine del giorno del Consiglio, dunque, per poi lasciare spazio all’abbraccio virtuale tra Usini e le donne ucraine. «Siate le benvenute – ha detto il sindaco – e sentitevi come a casa vostra. Oggi Usini vi accoglie a braccia aperte, pronto ad offrirvi ciò che è nelle nostre possibilità. Grazie poi a Manuel Masia e Antonio Piga per lo sforzo di generosità». Spazio poi alle tante domande degli assessori e dei consiglieri, alle quali Oksana ha risposto con la grinta e la forza d’animo che solo una mamma sa custodire, soprattutto quando si tratta di difendere le proprie bimbe: «Vi ringrazio di cuore – ha detto Oksana – siamo scappate da un incubo. I nostri mariti sono rimasti in Ucraina, a difendere la nostra terra da questo sopruso di forza e violenza. Ci difenderemo e resisteremo. A voi che ci accogliete diciamo grazie dal cuore». Pochi minuti, dunque, per conoscersi e per capire che, almeno per un po', Oksana e le bimbe saranno usinesi a tutti gli effetti. Un segno del destino perché, stando al racconto della giovane, mentre caricava le valigie e cercava di recuperare tutti gli effetti personali, ha ritrovato per caso un bottone sardo che gli era stato regalato anni fa, quando era stata in Sardegna, ospite del Festival internazionale. «Ecco, ha detto – forse era destino che io potessi tornare qui. Ma mai avrei pensato di dover spiegare alle mie bambine che non sono qui per la danza e la cultura ma che sono in fuga da una guerra».



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