La Nuova Sardegna

Sassari

Isi Pater

I Cappuccini vanno via, Sassari saluta Isidoro il frate “social” e tifoso

di Luca Fiori
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"Vado via portando con me l'amore dei sassaresi"

02 luglio 2023
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Sassari Diciassette anni per strada tra la gente. Nelle piazze del centro e nelle periferie, nei locali della “movida” e sulle gradinate dello stadio in mezzo agli ultras della Torres. O con i volontari della parrocchia negli angoli bui di Predda Niedda, per portare un bicchiere di tè caldo, una parola di conforto e un abbraccio a trans e prostitute. Dal 2006, quando è arrivatola prima vola in città come vice parroco della chiesa dei Cappuccini, padre Isidoro De Michele ha macinato migliaia di chilometri e consumato decine di paia di sandali, ma non ha mai perso il sorriso e la voglia di conoscere il prossimo e di aiutare chi gli ha teso la mano. Dal primo settembre il frate prenderà servizio come vicario nella parrocchia della “Beata Vergine Maria Immacolata” di Oristano e saluterà Sassari, città che lo ha adottato e conquistato. La chiesa dei Cappuccini, che ha guidato da parroco per dieci anni (più quattro da vicario) i prossimi giorni - dopo quattro secoli - vedrà andare via l’ordine francescano e la guida parrocchiale verrà affidata dall’arcivescovo a un sacerdote reggente. «Vado via portandomi Sassari nel cuore» racconta il sacerdote 51enne originario di Olbia, con un passato da guardia giurata a Porto Rotondo e una vocazione adulta.

Padre Isidoro (Isi Pater è il nome che da anni usa sui profili social)è un sacerdote in movimento o forse è il caso di dire in cammino perenne. Per questo il frate francescano sembra aver preso il trasferimento non come un addio, ma come una nuova tappa del suo cammino pastorale, iniziato nel 2006 quando è stato ordinato sacerdote. «La mia parrocchia è stata tuttala città -racconta con una certa emozione - e parrocchiano chiunque incontrassi per strada». E di persone padre Isidoro ne ha incontrate tante. E chi ha avuto a che fare con lui non lo ha dimenticato. «Se la gente non va in chiesa - è sempre stato il suo motto - bisogna rendere Chiesa i luoghi in cui va la gente». E i luoghi in cui portare messaggi d’amore Isi Pater ha saputo sceglierli con cura, sia sui social che nella vita reale. Così il venerdì notte per anni si è incamminato verso Predda Niedda per raggiungere nelle strade interne della zona industriale le ragazze straniere che attendono che qualche auto si fermi o le trans che occupano i marciapiedi intorno al cimitero. «Abbiamo portato la parola di Dio - racconta - e ricevuto a volte qualche insulto, ma quasi sempre un abbraccio e una parola di ringraziamento». Sempre dalla parte degli ultimi in ogni angolo della città, padre Isidoro ha fatto tanto anche per i suoi parrocchiani. Nel 2020, in piena pandemia, aveva trovato il modo - recuperando fondi e mano d’opera - di creare a Cappuccini una foresteria per ospitare persone in difficoltà e un centro di ascolto. In quello stesso periodo - andando un po’ controcorrente - si era preso a cuore un gruppo di studenti Erasmus espulsi dall’università dopo una festa in terrazza che aveva infranto le regole imposte dal lockdown. I sedici studenti spaesati si erano rivolti a lui per chiedere aiuto e la sua porta anche in quel caso era stata lasciata aperta. «Era stato emozionante - racconta padre Isidoro - vederli arrivare nel piazzale della chiesa con le mascherine e con lo spirito di chi vuole mettersi al servizio del prossimo come volontari per smistare i pacchi di generi alimentari che la parrocchia riceveva dai parrocchiani o dai supermercati durante la pandemia». L’ultimo gesto d’amore risale a qualche mese fa quando -scoperto un ladro che aveva portato via la statua di padre Pio dalla parrocchia - il sacerdote era andato a bussare a casa del responsabile del furto e il giorno seguente lo aveva perdonato, lanciando un appello perché il Comune gli trovasse un alloggio più dignitoso. «Non ho fatto niente di speciale - conclude padre Isidoro - a Sassari ho ricevuto davvero tanto, troppo. Amore, stima e affetto. E in questi giorni me lo stanno dimostrando in tanti. Porterò sempre i sassaresi nel mio cuore».


 

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