La Nuova Sardegna

Sassari

Cronaca

Sassari, minacciò di dar fuoco alla ex: condannato

di Nadia Cossu
Sassari la sede del tribunale in via Roma
Sassari la sede del tribunale in via Roma

La donna era stata costretta a rifugiarsi in Argentina con i due figli

09 novembre 2023
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Sassari Il giorno in cui il marito era arrivato a dirle che l'avrebbe bruciata viva gettandole addosso della benzina e che insieme a lei avrebbe incendiato anche i mobili di casa, aveva capito che era arrivato il momento di dire basta. Non solo a quella relazione malata ma anche alla Sardegna e soprattutto al paese vicino a Sassari dove viveva con i due figli avuti da quell'uomo. Ieri mattina l'imputato (difeso dall'avvocato Orlando Ugone) è stato condannato dal giudice Valentina Nuvoli a un anno e cinque mesi di reclusione oltre al pagamento delle spese processuali.

La donna, una 42enne, nel 2018 era arrivata in aula con la protezione dei carabinieri per deporre nel processo nel quale era parte civile con l'avvocato Daniela Masala. A un certo punto della sua vita, stanca di subire maltrattamenti e minacce, aveva denunciato il marito, aveva fatto le valigie ed era andata a vivere in Argentina. Scortata dalle forze dell'ordine, su disposizione del consolato argentino in Italia, aveva raccontato al giudice quell'incubo vissuto per anni accanto a un uomo che «quando rientrava a casa ubriaco mi umiliava, mi insultava, mi strattonava per ogni banalità».  Era finita anche in ospedale con una prognosi di tre giorni di cura.

I maltrattamenti sarebbero cominciati dopo la nascita del primo figlio, lei però li aveva denunciati a partire dal 2015, quando finalmente aveva deciso di separarsi dal marito e di tornare in Argentina (la donna ha la doppia cittadinanza). Era riuscita ad andare via con i bambini solo in sede di separazione a seguito dell'udienza presidenziale dove il giudice Silvio Lampus aveva autorizzato il trasferimento. Da allora i due non si erano più visti, se non in tribunale.

Nel capo di imputazione l'elenco delle accuse: la donna sarebbe stata in più occasioni afferrata dal marito, «sbattuta contro il muro, minacciata anche prospettando la possibilità di bruciarla con della benzina, di strozzarla e di ucciderla laddove lei avesse portato via i figli ; tirando pugni sul tavolo e contro gli oggetti con fare intimidatorio e minaccioso, ponendo in essere comportamenti oppressivi e ossessivi con controllo del cellulare, pedinamenti, impedendole di comunicare con i parenti dell'Argentina e facendole mancare i mezzi di sussistenza». Da quest'ultimo reato è stato però assolto. (na.co.)

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