La Nuova Sardegna

Sassari «Nella mia memoria ci sono solo immagini sfocate di quella sera. Ricordo mia suocera a terra e il sangue, per questo andai dai carabinieri a costituirmi. Perché sapevo di aver fatto qualcosa che non dovevo. Ma non ricordo nulla dell'aggressione a mio suocero, solo che presi l'accetta dalla macchina perché lui mi stava venendo incontro correndo, io volevo solo intimidirlo».

Oggi, 14 novembre, è stato il giorno dell'esame dell'imputato Fulvio Baule. Davanti alla corte d'assise di Sassari presieduta da Massimo Zaniboni (a latere Valentina Nuvoli) si sta celebrando il processo con giudizio immediato nei confronti del muratore, originario di Ploaghe, accusato di aver ucciso i suoceri Basilio Saladdino e Liliana Mancusa a Porto Torres la sera del 26 febbraio 2022, utilizzando un'ascia, e di aver ferito gravemente la sua ex moglie Ilaria Saladdino riducendola in fin di vita.

In aula il racconto del forte clima di tensione tra le famiglie Baule e Saladdino confermato da tutti i testimoni citati dall'avvocato difensore Nicola Lucchi. Tensioni esplose il giorno del battesimo dei figli gemelli della coppia quando nella sala del ristorante Ilaria Saladdino avrebbe negato alla suocera Stefanina Pais di salutare il bambino.

«Mi ha urlato che ero una stronza - ha detto quest'ultima in aula - e ha allontanato il bambino da me». A quel punto sarebbe scoppiato "un parapiglia" che ha coinvolto anche altri familiari, compresi i coniugi Saladdino, suoceri dell'imputato. Un momento che - questo sta emergendo nel processo - avrebbe rappresentato una rottura insanabile nei rapporti tra le due famiglie e anche nella coppia. Il processo è stato aggiornato al 28 novembre per sentire altri 5 testimoni della difesa.