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Solidarietà

In 200 al pranzo di Natale della Caritas a Sassari: «Così riscopriamo il senso di comunità»

di Dario Budroni
In 200 al pranzo di Natale della Caritas a Sassari: «Così riscopriamo il senso di comunità»

Il direttore Antonello Spanu: «Le povertà sono in aumento, gli uomini di buona volontà abbattano i muri»

25 dicembre 2023
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Sassari Il senso di comunità si riscopre anche davanti a un piatto di fregula ai frutti di mare. Strette di mano, sorrisi, l’abbraccio dei vecchi amici: la grande sala mensa si riempie in pochi istanti di spensieratezza e vera umanità. Il pranzo di Natale preparato dalla Caritas diocesana è ancora una volta un vortice di lingue, radici e storie in cerca di un lieto fine. Ci sono uomini e donne senza una casa, i ragazzi del centro migranti, le famiglie che vivono negli alloggi della Chiesa. «È un momento di amicizia, fraternità e accoglienza – dice l’arcivescovo di Sassari, Gian Franco Saba –. Ci prepariamo alla gioia del Natale dedicando una occasione di festa a coloro che, per via di tante sofferenze e tanta povertà, non possono gioire in modo pieno con la vicinanza dei propri parenti e dei propri amici, spesso anche lontano dalla loro terra di origine».

Il pranzo Sabato 23 sono stati i locali della Fondazione Accademia – Casa di popoli, culture e religioni, a San Giorgio, a ospitare il grande pranzo solidale. Qui gli operatori e i volontari della mensa diocesana hanno preparato da mangiare per 200 persone: salumi, formaggi, insalata di polpi con patate, fregula e agnello arrosto, più pandoro e panettone. «Ci diamo da fare per far vivere una giornata diversa dalle altre – dice lo chef Stefano Fara –. E un grazie va soprattutto ai tanti volontari, senza di loro sarebbe difficile organizzare qualsiasi tipo di iniziativa». Gli ospiti del pranzo, arrivati a bordo dei mezzi pubblici dell’Atp, sono i beneficiari dei servizi della Caritas diocesana, come la mensa, l’ostello maschile e il centro migranti San Francesco-Cappuccini, più gli ospiti della comunità Don Muntoni che, da anni, lavora per dare una seconda opportunità ai detenuti. «Il messaggio di quest’anno – sottolinea l’arcivescovo Saba – è incentrato sul bisogno di coltivare un pensiero ospitale in una epoca di cambiamento. Il fenomeno della globalizzazione interpella la vita locale e, per questo, la cultura dell’ospitalità richiede una attenzione e una sensibilità che, anche alla luce del Natale, ci riportano al mistero della grotta di Betlemme».

La comunità Antonello Spanu, direttore della Caritas, conosce bene la realtà degli ultimi: «Le situazioni di povertà si stanno aggravando. È preoccupante l’intero contesto a livello sociale. Al di là delle opportunità economiche, la grande urgenza è recuperare il senso di comunità. E il significato di questa giornata è proprio questo: non solo un momento di solidarietà caldo e accogliente, ma soprattutto un richiamo al territorio, ai cristiani, a tutti gli uomini di buona volontà nell’abbattere i muri e nel riconoscere l’altro come soggetto attivo del cambiamento e non solo come un problema». Prima del pranzo si sono esibiti la cantante Cecilia Concas e il pianista Angelo Spanu.

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