La Nuova Sardegna

Sassari

L’inchiesta

Porto Torres, negli smartphone di un 20enne forse i segreti dell’omicidio Sedda

di Luca Fiori
Porto Torres, negli smartphone di un 20enne forse i segreti dell’omicidio Sedda

Lunedì verrà affidata la perizia tecnica sui supporti informatici sequestrati a uno dei tre nuovi indagati per la morte del poeta di strada ucciso nel 2021

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Porto Torres Si scava nelle memorie dei cellulari, si setacciano le chat e gli elenchi degli sms inviati e ricevuti alla ricerca della prova di un delitto per ora irrisolto. La risposta alle tante domande sulla fine di Mario Sedda, il 39enne rinvenuto morto la sera del primo aprile del 2021 a Porto Torres, potrebbe essere rimasta nascosta - e custodita - nei supporti informatici sequestrati a fine gennaio a Porto Torres a casa dei tre nuovi indagati per omicidio.

Le operazioni sul materiale sequestrato a casa delle due persone più grandi di età finite sotto inchiesta (un 35enne e un 32enne di Porto Torres) sono iniziate qualche giorno fa. E mentre la Procura della Repubblica attende con grande interesse di conoscere i risultati, si muove parallelamente la Procura dei minori di Sassari, che procede per il terzo indagato (un 20enne anche lui di Porto Torres) che all’epoca del delitto di cui è accusato non aveva ancora compiuto 18 anni.

Lunedì mattina alle 10 negli uffici del Nucleo investigativo del Reparto operativo provinciale dell’Arma, a Sassari, verrà affidata la perizia sui cinque smartphone e una pennina Usb sequestrati nell’abitazione del 20enne, assistito dall’avvocato Alessandra Delrio. La comunicazione dell’accertamento tecnico irripetibile è stata comunicata anche ai difensori che assistono i familiari di Mario Sedda, gli avvocati Barbara Cantini e Pietro Diaz.

I due indagati dalla Procura della Repubblica sono assistiti invece dagli avvocati Marco Palmieri e Luigi Esposito. Gli inquirenti nutrono grande fiducia sull’esito delle perizie forensi. I due magistrati che coordinano l’indagine, i sostituti procuratori Angelo Beccu e Laura Andrea Bassani, sono convinti che dalle memorie degli smartphone sequestrati si possa arrivare a una svolta nel delitto del poeta di strada, per il quale si era ipotizzato inizialmente il decesso per cause naturali.

Grazie alle perizie forensi su cellulari, tablet e smartphone è possibile recuperare infatti anche dati cancellati, come contatti e rubrica, cronologia di navigazione, calendario, registrazioni, musica, audio, video, foto, filmati e chat. Le perquisizioni nelle abitazioni delle tre persone, tutte di Porto Torres, iscritte nel registro degli indagati con l’ipotesi di omicidio volontario e ritenute in qualche modo responsabili della morte di Mario Sedda erano scattate il 30 gennaio scorso.

I militari del Nucleo investigativo del Reparto operativo provinciale dell’Arma, guidati dal tenente colonnello Diego Polio e dal maggiore Alessandro Guglielmo, avevano bussato alle loro abitazioni poco prima del sei del mattino con in mano un “decreto di perquisizione personale, locale e informatica”. Quasi completamente caduti i sospetti sui primi due indagati, (un 62enne e un 33enne di Porto Torres) gli inquirenti sono convinti di aver imboccato finalmente la pista giusta.

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