Sassari, si è finto cieco per tredici anni: a processo ex allevatore 68enne
L’uomo è accusato di aver intascato dal 2007 al 2020 la pensione di invalidità dopo aver ingannato oculisti e i medici della commissione Ats. In tutto avrebbe ricevuto dalle casse dell’Inps poco più di 189mila euro
Sassari Ufficialmente era un cieco totale, con tanto di attestazione dell’Ats e una pensione mensile d’invalidità da parte dell’Inps. Un’entrata garantita di circa 1300 euro che avrebbe consentito a un 68enne di un paesino della provincia di Sassari - per ben 13 anni - di non lavorare e andarsene a spasso tutti i giorni.
Per l’uomo, dopo l’indagine della guardia di finanza coordinata dal sostituto procuratore Giovanni Porcheddu, è arrivato il rinvio a giudizio da parte del gup Gian Paolo Piana. I giorni scorsi si è aperto il processo davanti al giudice Claudia Sechi.
In aula sono stati sentiti come testimoni il medico legale che fece gli accertamenti per conto della Procura di Sassari, ma che - ha spiegato il perito - non ebbe mai modo di visitare l’imputato e un maresciallo delle Fiamme Gialle che ha riferito al giudice degli appostamenti e i pedinamenti da parte degli inquirenti,durante i quali l’imputato aveva comportamenti non proprio in linea con una cecità assoluta.
Secondo le accuse della Procura l’uomo riceveva un assegno che lui stesso andava a incassare personalmente ogni mese nell’ufficio postale del suo paese. Poi rientrava a casa dopo una passeggiava in centro e svolto le sue commissioni quotidiane, sempre da solo.
La presunta truffa era andata avanti per tredici anni, fino a quando una serie di controlli incrociati della guardia di finanza aveva fatto crollare il castello e il 68enne, difeso dall’avvocato Dario Masala, era finito nei guai.
Il pm Giovanni Porcheddu, gli contesta un danno nei confronti delle casse dell’Inps di poco più di 189mila euro. Denaro incassato (secondo le accuse ingiustamente) dal 2007 al 2020 che l’uomo – in caso di condanna – dovrà dunque restituire all’istituto di previdenza sociale. Per un paio d’anni gli investigatori delle Fiamme Gialle lo avevano pedinato e raccolto prove schiaccianti a suo carico, fino a giungere alla conclusione che quella pensione d’invalidità percepita per tredici anni proprio non gli spettava.
L’uomo non aveva un cane guida, né il classico bastone bianco utilizzato dai non vedenti e per strada - hanno accertato e documentato i finanzieri - si muoveva con disinvoltura. Prima di attraversare la strada guardava a destra e a sinistra e quando rientrava a casa, ignaro che gli uomini delle Fiamme Gialle lo tenevano sotto controllo, tirava fuori le chiavi e apriva senza alcuna difficoltà la porta d’ingresso.
Operazioni che a un cieco totale sarebbero state impossibili da compiere. L’indagine era scattata dopo alcuni controlli accurati effettuati dal Nucleo speciale spesa pubblica e repressione frodi comunitarie della guardia di finanza di Roma. Erano stati poi gli uomini del comando provinciale della guardia di finanza di Sassari a tenere d’occhio l’uomo - considerato un “soggetto a rischio” - per circa due anni.
Gli accertamenti e gli appostamenti degli investigatori avevano portato alla conclusione che il 68enne era riuscito in qualche modo a ingannare gli oculisti e i medici della commissione Ats per l’accertamento dell’invalidità civile e deputati alla valutazione del suo grado. L’uomo aveva realmente dei problemi di vista, ma nel 2007 aveva dichiarato un improvviso peggioramento delle sue condizioni. Un peggioramento che però in realtà non c’era stato. Riuscendo a ottenere un’attestazione di cecità assoluta, aveva così portato l’Inps ad assegnargli la pensione l’indennità di accompagnamento.