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A Osilo l’acqua torna potabile dopo 316 giorni: fine di un’odissea

di Mario Bonu
A Osilo l’acqua torna potabile dopo 316 giorni: fine di un’odissea

Il sindaco Giovanni Ligios: «Ora servono soluzioni definitive e la riduzione delle bollette»

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Osilo Finisce un incubo durato 316 giorni. Finalmente gli osilesi possono usufruire dell’acqua che sgorga dai loro rubinetti senza l’inquietudine che li ha accompagnati per lunghi mesi, a partire dall’agosto 2023. Ed è tornata potabile anche l’acqua della frazione di San Lorenzo, per cui di nuovo tutti e tre i centri prelievo – Osilo, Santa Vittoria, San Lorenzo – si trovano allineati sulla potabilità, cosa che non avveniva dal 13 maggio scorso.

La speranza, naturalmente, è che questo stato di grazia possa durare a lungo, e che non si debba interrompere bruscamente come purtroppo è avvenuto spesso nel recente passato. Abbanoa è fiduciosa di aver trovato la soluzione giusta, con l’installazione di un nuovo punto di disinfezione al serbatoio di Sant’Antonio, che si aggiunge alla nuova pompa dosatrice installata nel novembre dello scorso anno nel serbatoio attiguo al Castello Malaspina.

«Finalmente, dopo tanto tempo – dicono dalla società di gestione delle acque – i nostri dati sono allineati a quelli del Sian (Servizio igiene alimenti e nutrizione) della Asl di Sassari, per cui dai rubinetti di Osilo è tornata a sgorgare l’acqua potabile. Si tratterà – aggiungono – di mantenere il giusto equilibrio nella disinfezione, perché il rischio sempre presente è che un suo eccesso conduca alla comparsa dei trialometani, l’altro parametro che rende l’acqua non potabile».

Fatto verificatosi in più di un’occasione, sia a Osilo che nelle frazioni, quando si è “forzato” con la disinfezione, essendo che i trialometani vengono generati proprio durante la purificazione dell'acqua, attraverso la reazione del cloro (o biossido di cloro/ipoclorito) con le sostanze organiche naturali (Nom) presenti nel liquido. Rimane irrisolto e forse non risolvibile uno dei problemi di fondo dell’approvvigionamento idrico di Osilo, il fatto che il borgo sul Tuffudesu si trovi nella parte terminale della condotta del Bidighinzu, per cui, essendo che più lungo è l’acquedotto, meno efficace nella parte finale risulta la disinfezione, la cosa rappresenta per Osilo un problema supplementare. «Anche a questo – dicono da Abbanoa – abbiamo provato a porre rimedio con l’uso della monocloramina, che ha un potere di permanenza maggiore, ma senza risolvere del tutto il problema».

Soddisfazione anche da parte del sindaco Giovanni Ligios, raggiunto al telefono proprio mentre era in viaggio verso Cagliari, per un appuntamento col direttore di Abbanoa. «Continueremo a chiedere una soluzione definitiva del problema – dice il sindaco – con il completamento della rete di adduzione interna, per metà rinnovata e per metà no, la sistemazione definitiva dei serbatoi di Sant’Antonio e soprattutto del Castello, ogni altro intervento che consenta agli osilesi di poter usufruire regolarmente dell’acqua potabile». «Perché più di trecento giorni di divieti in poco più di un anno – aggiunge Giovanni Ligios – non sono né ammissibili né accettabili. Per questo, in parallelo con le interlocuzioni con i responsabili di Abbanoa andremo avanti anche con le vie legali, a iniziare dalla richiesta di riduzione dei costi in bolletta per tutto il periodo in cui l’acqua è stata non potabile».

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