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L’emergenza

Un milione in due anni per le vittime di violenza: sì del Comune alle annualità 2025/26 del Progetto Aurora

di Davide Pinna
Un milione in due anni per le vittime di violenza: sì del Comune alle annualità 2025/26 del Progetto Aurora

Fra gli interventi in programma c’è anche l’istituzione del centro di pronta accoglienza

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Sassari Una macchina complessa e articolata, che vede impegnate decine di professioniste con diverse specializzazioni e mobiliterà quasi un milione di euro in due anni per aiutare le donne di Sassari, Porto Torres, Sorso e Stintino, e i loro figli, a liberarsi dall’incubo della violenza domestica.

Gli uffici di Palazzo Ducale hanno dato il via libera al progetto redatto insieme alla cooperativa Porta Aperta per costruire il sistema integrato di servizi per le donne e i minori vittime di violenza, che vivono nei quattro centri che ricadono all’interno del Plus di Sassari.

Un piano d’intervento che conferma gli aspetti consolidati del Progetto Aurora, nato ormai 25 anni fa, ma che ha in programma anche qualche novità, a cominciare dalla previsione dell’istituzione di un centro di accoglienza emergenziale in funzione ventiquattr’ore su ventiquattro. Il progetto è partito dal primo giugno e andrà avanti sino al 31 dicembre del 2026. Per questi 18 mesi è previsto uno stanziamento complessivo di 812mila euro: la metà di questa somma è destinata alla gestione della Casa di accoglienza, un luogo sicuro e segreto che ospita le donne in fuga dai partner violenti e i loro figli, e un’altra voce significativa di spesa (227mila euro) è quella del Centro antiviolenza, lo spazio che per molte donne diventa l’unica via d’uscita dal dramma della violenza familiare.

Con il provvedimento licenziato nei giorni scorsi dagli uffici, Palazzo Ducale ha autorizzato lo stanziamento delle risorse al momento disponibili, 303mila euro, che possono garantire il funzionamento del progetto Aurora per i prossimi 7 mesi, fino a dicembre.

Obiettivo libertà Lo scopo del Progetto Aurora, si legge nel documento approvato dagli uffici, è quello di aiutare «tutte le donne e i nuclei familiari che si trovano a vivere situazioni di maltrattamento, violenza, conflittualità di coppia, a ripristinare la propria inviolabilità e riconquistare la libertà, nel pieno rispetto della riservatezza e dell'anonimato».

Questa finalità mette in moto una macchina molto complessa, di cui fanno parte il Centro antiviolenza, la Casa di accoglienza, ma anche l’impegno continuo sul fronte della sensibilizzazione della comunità e la prevenzione della violenza di genere. Ma il progetto redatto dalla cooperativa e dal Comune prevede anche alcune novità. Intanto, la conferma del Pronto intervento rosa, sperimentato dalla Regione fino al 2023. Il pronto intervento sarà fondamentale per l’avvio del Centro di pronta accoglienza, uno spazio sicuro per mettere in salvo le donne che si trovano in uno stato di emergenza.

Il servizio verrà ospitato in un immobile del patrimonio comunale che andrà adeguato o ristrutturato: «Sono già state avviate le interlocuzioni con l’assessorato regionale per lo stanziamento delle risorse» si legge nel documento.

Autonomia economica I centri antiviolenza hanno un ruolo fondamentale nell’erogazione del Reddito di libertà, misura di sostegno economico, necessaria per sostenere le donne che spesso, oltre alla sudditanza psicologica e fisica, vivono in una condizione di dipendenza economica dal partner violento. Nel 2024, le beneficiarie segnalate dal Centro antiviolenza fra Sassari, Porto Torres, Sorso e Stintino sono state otto: il numero più alto dal 2022. In totale, dall’attivazione del Reddito nel 2019, 32 donne ne hanno usufruito.

Casa di accoglienza È un luogo segreto e sicuro, per garantire l’incolumità delle donne e dei minori che ospita. È composto di tre camere da letto, una cucina abitabile, un’ampia sala da pranzo, servizi e spazi destinati ai giochi dei bambini. Può ospitare contemporaneamente undici persone, compresi i bambini. Impiega otto educatrici, che coprono i turni quotidiani ruotando fra loro, e prevede un servizio di assistenza psicologica garantito da due psicologhe del centro antiviolenza. Tutto il personale è composto di donne.

L’accesso per le vittime di violenza arriva dopo una valutazione da parte del centro, ma può scattare immediatamente in caso di emergenza, su richiesta del Pronto intervento sociale, del Pronto intervento rosa, dei Servizi sociali o delle Forze dell’ordine. Il percorso all’interno della casa dura al massimo 180 giorni, durante i quali le donne partecipano a un percorso che le porterà verso l’autonomia e il reinserimento sociale.

Centro antiviolenza È il fulcro del sistema. Si trova in via dei Mille 61 e può essere contattato al numero 079 210311 o al numero verde 800 042 248. È questo lo spazio a cui possono rivolgersi le donne vittime di violenza perché le professioniste delProgetto Aurora possano valutare i percorsi migliori di uscita dall’incubo. L’equipe professionale è composta da due psicologhe, due assistenti sociali e una educatrice e integrata da una coordinatrice con qualifica di pedagogista, con provata esperienza nel settore.

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