La Nuova Sardegna

Sassari

Carabinieri

Sette chili di marijuana nel garage, arrestato un 28enne

di Nadia Cossu
Sette chili di marijuana nel garage, arrestato un 28enne

Sassari, dopo l’udienza di convalida il giovane è stato accompagnato in carcere a Bancali

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Sassari Per il giudice Gian Paolo Piana che ieri lunedì 25 agosto ha convalidato l’arresto di un 28enne sassarese non ci sarebbero dubbi sul fatto che l’ingente quantitativo di marijuana recuperato dai carabinieri in un garage di proprietà del giovane fosse destinato allo spaccio. Il che farebbe ipotizzare anche che l’indagato sia inserito “in un circuito criminale dello spaccio di sostanze stupefacenti”.

Con questa motivazione il gip ha disposto la misura della custodia cautelare in carcere nei confronti del 28enne. La decisione è arrivata al termine dell’udienza di convalida nella quale il giovane è comparso con il suo avvocato difensore Marco Palmieri. Il pubblico ministero Maria Paola Asara ha chiesto, vista la gravità delle accuse, che l’indagato – che non ha precedenti penali e che ha reso dichiarazioni spontanee ammettendo la propria responsabilità – fosse mandato a Bancali e il giudice ha accolto l’istanza.

A lui i carabinieri della sezione operativa della compagnia di Sassari sono arrivati lo scorso 22 agosto. Durante un servizio di controllo hanno trovato nel garage dell’abitazione del giovane circa sei chili e 900 grammi di marijuana, oltre a vario materiale per il confezionamento delle dosi tra cui una bilancia digitale e due rotoli di pellicola trasparente. Attraverso l’incrocio di alcuni elementi investigativi – ad esempio il tipo di involucro utilizzato per confezionare le dosi – i militari avrebbero avuto modo di accertare che il giorno precedente, ossia il 21, il giovane indagato avrebbe ceduto della marijuana (61 grammi) a un sassarese (poi identificato).

E i carabinieri lo avrebbero appurato perché stavano eseguendo una precisa attività di osservazione nei suoi confronti. Il giudice Piana ha convalidato l’arresto in flagranza di reato ritenendo giustificata la misura della custodia in carcere. La modalità della detenzione e del confezionamento della sostanza – secondo il gip – denoterebbero “una dedizione non occasionale all’attività di cessione, considerata anche la mancanza di un’occupazione lavorativa dell’indagato”.

Tutti elementi che, a suo giudizio, renderebbero “evidente il collegamento dell’arrestato con altri soggetti criminali e, comunque, un inserimento preoccupante nella realtà delinquenziale dello spaccio degli stupefacenti, per cui si può fondatamente ipotizzare il suo stabile inserimento nel circuito criminale legato al mercato degli stupefacenti, non solo locale, nonché che lo stesso tragga dall’attività delinquenziale connessa al traffico e allo spaccio buona parte delle fonti del proprio sostentamento. Tutte circostanze che inducono a ritenere, in definitiva, che per l’indagato sussiste il concreto e attuale pericolo di reiterazione dei delitti della stessa specie”.

Il legale ha chiesto una misura più blanda ma il giudice ha ritenuto che nemmeno gli arresti domiciliari fossero idonei considerati gli ingenti quantitativi di sostanza stupefacente che erano stati trovati proprio all’interno dell’abitazione.

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