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La storia

Il padrone le sparò una fucilata sul muso, la cagnolina Nicoletta si salva e viene adottata

di Luca Fiori
Il padrone le sparò una fucilata sul muso, la cagnolina Nicoletta si salva e viene adottata

A Stintino l’episodio di violenza a cui aveva fatto seguito la denuncia di un ex barracello di 50 anni

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Sassari Da vittima di crudeltà a simbolo di rinascita. La cagnetta ferita da una fucilata, esplosa dal suo proprietario lo scorso 18 settembre a Pozzo San Nicola, frazione di Stintino, da ieri 20 ottobre ha una nuova casa e una nuova vita. La cagnolina - ribattezzata “Nicoletta”, in omaggio al luogo in cui è avvenuto il triste episodio - finalmente sta bene. A disporne l’affidamento è stato il sostituto procuratore Enrica Angioni, titolare dell’inchiesta aperta dopo la denuncia dei carabinieri. Il magistrato ha affidato l’animale a una famiglia residente a Stintino, che sin dal primo momento si era resa disponibile per accogliere la cagnetta e restituirle la serenità.

La storia di Nicoletta aveva suscitato profonda indignazione e l’immediata reazione delle associazioni animaliste, in particolare di “Lndc Animal Protection”, che aveva presentato una denuncia alla Procura della Repubblica di Sassari, chiedendo giustizia per l’accaduto e pene esemplari per il responsabile. Il 18 settembre, dopo le segnalazioni dei vicini che avevano sentito gli spari, erano intervenuti i carabinieri della Compagnia di Porto Torres, denunciando il proprietario - un ex barracello di 50 anni - per maltrattamento di animali e spari in luogo pubblico. In casa dell’uomo i carabinieri avevano trovato la carabina Remington calibro 22 (regolarmente detenuta) con cui aveva sparato alla cagnetta e un fucile a pompa calibro 12 Uzkon, anche questo regolarmente detenuto.

Il primo e provvidenziale soccorso era stato prestato dal Gabriele Rossi, veterinario della Struttura complessa randagismo e anagrafe animali da compagnia del Nord Sardegna del Dipartimento di prevenzione veterinaria della Asl di Sassari. La cagnetta era stata colpita in pieno muso, da un proiettile che era entrato dal naso e solo per miracolo non aveva raggiunto il cervello. L’intervento immediato le aveva salvato la vita. La Procura della Repubblica di Sassari aveva disposto il sequestro delle armi trovate a casa dell’ex barracello.

Nicoletta nel mentre si è ripresa e dopo un mese ha ripreso a scodinzolare. Dopo l’intervento si è messa in moto una macchina complessa ed efficiente che ha permesso alla cagnetta di riprendersi in poco tempo. A bordo di un mezzo della ditta “Eja srl”, da Pozzo San Nicola Nicoletta era stata trasportata nella “Clinica Schiaffino” di Usini, convenzionata con l’Asl. Qui la cagnolina è stata sottoposta a cure intensive e poi seguita durante la convalescenza. Un lavoro coordinato tra carabinieri, polizia locale di Stintino, Servizi veterinari della Asl Nord Sardegna diretti da Andrea Sarria e dal personale della clinica, che ha permesso di salvarle la vita. Oggi Nicoletta è tornata a correre, coccolata e protetta nella sua nuova casa di Stintino.

«È inconcepibile che un cane, compagno fedele e indifeso, venga colpito con un’arma dal proprio umano di riferimento», aveva dichiarato il giorno dopo l’episodio Piera Rosati, presidente di Lndc Animal Protection. «Un gesto del genere non è solo crudeltà verso gli animali, ma rappresenta anche un campanello d’allarme sulla pericolosità sociale: chi può infliggere violenza a un essere indifeso può costituire un rischio anche per le persone. Pretendiamo giustizia e pene esemplari». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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