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Sassari

Tribunale

Operaio morto alla Gesam, il collega assolto anche in sede civile

Operaio morto alla Gesam, il collega assolto anche in sede civile

Sassari, a novembre l’udienza preliminare che vede imputati tre persone per la morte dell’operaio nell’impianto di smaltimento dei rifiuti

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Sassari Fabiano Mario Saba non è responsabile nemmeno dal punto di vista civile della morte di Antonio Masia, l’operaio sassarese di 53 anni trovato senza vita il 25 luglio 2022 nell’impianto Gesam di smaltimento rifiuti a Truncu Reale. Lo ha stabilito ieri mattina, 23 ottobre, la corte d’appello, che ha respinto il ricorso presentato dai famigliari dell’operaio contro la sentenza di assoluzione pronunciata a marzo dal gup Sergio De Luca nei confronti di Saba, assistito dall’avvocato Luca Sciaccaluga.

L’operaio 53enne, collega di Masia, era finito a processo con l’accusa di omicidio colposo, con l’ipotesi che si trovasse alla guida del muletto che provocò la morte di Masia. Ma la ricostruzione era troppo poco convincente, tanto che la procura aveva chiesto prima l’archiviazione e poi l’assoluzione dell’imputato. La parte civile, assistita dagli avvocati Daniele Alicicco e Francesca Fiori, aveva potuto impugnare la sentenza solo per i suoi effetti civili: l’assenza di responsabilità penali di Saba nella morte di Masia è ormai irrevocabile dato che la procura non ha proposto appello contro la sentenza di assoluzione. Ieri, il collegio presieduto da Maria Grixoni (a latere Cristina Fois e Cinzia Califfi) ha respinto il ricorso e condannato i ricorrenti al pagamento delle spese processuali.

Prosegue, invece, l’altro filone giudiziario legato alla morte di Antonio Masia. È stata fissata per novembre l’udienza preliminare che vedrà imputati il dirigente Gesam Innocenzo Mario Giannasi, 66 anni, (difeso dall’avvocato Giorgio Murino), il presidente e legale rappresentante della società Antonello Cesaraccio (69 anni) e l’ingegnera Michela Paola Piera Coppola (75 anni) consulente esterna all’azienda Gesam per gli aspetti legati alla sicurezza, entrambi difesi dall’avvocato Nicola Lucchi. A luglio, accogliendo l’opposizione degli avvocati Fiori e Alicicco alla richiesta di archiviazione della procura, il gip Giuseppe Grotteria aveva ordinato al pm di formulare nei confronti dei tre l’imputazione di omicidio colposo. Dopo il ritrovamento di Masia, un incendio, certamente di origine dolosa, aveva devastato l’impianto, complicando parecchio il lavoro degli investigatori.

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