Carceri: Mattarella, 'arte, studio e cultura per costruire futuro e rinascita' (2)
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(Adnkronos) - L’opera, che ha avuto il patrocinio del dicastero per la Cultura e l’Educazione della Santa Sede e del ministero della Giustizia- dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, si compone di due fenici alte oltre otto metri, che si accendono ogni sera grazie all’energia prodotta attraverso cyclette collegate a un sistema elettrico. Visibili anche dall’esterno, le immagini sono frutto di un anno di lavoro tra incontri, ascolto e laboratori artistici, durante i quali le detenute hanno disegnato simbolicamente pregi, fragilità, ferite e desideri di trasformazione. Tibaldi ha trasformato questi contributi in un’opera che rappresenta un autoritratto collettivo e porta un messaggio di rinascita e speranza a chi vive la condizione detentiva. Nel corso della cerimonia di inaugurazione sono intervenuti Stefano De Michele, capo dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria; Nadia Fontana, direttrice della Casa circondariale femminile di Rebibbia 'Germana Stefanini'; Paola Severino, presidente della Fondazione Severino; Alessia, detenuta che ha partecipato al laboratorio sull’opera 'Benu'; Marina Formica, professoressa di Storia moderna presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata e coordinatrice del progetto 'Università in carcere'; Nicholas, detenuto della Casa circondariale maschile di Rebibbia Nuovo complesso e studente del Programma 'Università in carcere'. Al termine dell’evento, detenuti ed ex detenuti della Casa circondariale maschile di Rebibbia hanno eseguito una performance teatrale tratta da un brano dell’opera 'Le città invisibili', di Italo Calvino. L’Università in carcere di Tor Vergata, nata nel 2006, è stata la prima realtà del Lazio a garantire un percorso accademico stabile ai detenuti. Nel tempo il progetto si è ampliato con pubblicazioni, laboratori e collaborazioni culturali, accompagnando la crescita costante degli studenti. 'Rebibbia: la Città invisibile' è un progetto di docu-teatro nato dall’esperienza ventennale dei Laboratori d’arte in carcere. Si ispira all’opera di Italo Calvino in occasione del 40/mo anniversario della scomparsa dell'autore.