La Nuova Sardegna

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«Non parliamo dell'ultimo tiro»

dall'inviato Roberto Sanna
«Non parliamo dell'ultimo tiro»

Meo Sacchetti: l'ordine era di far fallo a metà campo ma è andata bene

24 ottobre 2011
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 CREMONA. «L'ultima azione? Vabbè, facciamo che non ne parliamo...». Meo Sacchetti si asciuga il sudore e chiude con una battuta la conferenza stampa, il Banco mette in cassaforte due punti importanti e il coach se li mette in tasca senza tante storie, in fondo è lì dove sperava di essere. Anche se non lo confessa e mantiene il suo aspetto burbero.  Il coach biancoblù in sala stampa dà un'occhiata alla score e sottolinea la prima voce importante e rilevante: i falli commessi. «Per la prima volta abbiamo finito con due giocatori fuori per cinque falli - dice - più altri tre con quattro e uno con tre. Significa che abbiamo difeso, certo, ma anche che non abbiamo lasciato andare la partita alla deriva. Eravamo presenti e non siamo mai usciti. Questa è stata sicuramente una nota molto positiva, abbiamo giocato senza paura e non ci siamo tirati indietro in una lunga sfida punto a punto».  - La partita come l'ha vista?  «Abbiamo cominciato molto bene ma ci siamo fatti subiti raggiungere, abbiamo fatto anche qualche pasticcio nel finale e forse potevamo giocarla meglio e portarla a casa più tranquillamente. Mi sembra comunque una vittoria meritata. Abbiamo sofferto molto in difesa l'americano Von Wafer ma del resto era da mettere in preventivo, ha fatto dei canestri veramente di talento puro e sono cose che lui sa fare molto bene, all'inizio abbiamo anche provato ad attaccarlo perché sapevamo che la difesa non è il suo forte. Alla fine ha segnato tanto, se non altro tutti i canestri sei li è dovuti guadagnare».  - Parliamo subito di Benson.  «Qualcosina di meglio, diciamo progressi timidi, passettini. Ha preso 13 rimbalzi e ha anche cominciato bene, nel finale c'era bagarre e onestamente questa non è ancora roba per lui».  - Travis Diener alla fine si è un pochino innervosito.  «Deve abituarsi a questo genere di partite, perché le difese avversarie punteranno sempre ad aggredire i nostri uomini migliori e a stancarli. Non sarà la prima partita di questo genere che dovrà giocare quest'anno»-  - Non è per fare i pignoli, ma nell'ultima azione non era meglio cercare di far fallo a metà campo?  «Infatti volevamo far fare fallo a metà campo, poi chissà perché non è successo. Così Cremona è riuscita a costruirsi un buon tiro da tre punti, mi sembra che Cinciarini fosse a una distanza accettabile per fare canestro».  - La stoppata di Drake Diener non è stata un'azione rischiosa? L'arbitro avrebbe anche potuto fischiare fallo.  «Onestamente era un'azione pulita e l'arbitro era lì di fronte, non ho mai pensato che potesse fischiare fallo. Diciamo che di quest'ultima azione è meglio non parlarne più, chiudiamola qui».  - Due vittorie nelle prime tre partite, possiamo dire che il Banco è là dove voleva essere?  «No perché innanzitutto noi volevamo giocare a Cantù una partita migliore. Poi, sì, quattro punti fanno sempre piacere. Andiamo avanti, questo è un campionato difficile e vincere in trasferta non è mica facile».  - Adesso la grande sfida contro l'Emporio Armani: programmi?  «Prima di tutto recuperare gli infortunati. Eravamo senza Vanuzzo e Pinton ha appena ripreso, nel finale l'abbiamo messo in campo solo come spauracchio per il pressing. Senza di loro siamo ancora troppo corti, ci servono assolutamente due uomini in più. E poi vediamo».
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