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Travis e Drake, ancora show Il Banco soffre ma batte l’Acea

di Roberto Sanna
Travis e Drake, ancora show Il Banco soffre ma batte l’Acea

I biancoblù in difficoltà nel primo quarto d’ora rimontano con un terzo periodo da favola I due Diener prendono in mano la squadra, Eze e Brian Sacchetti decisivi dalla panchina

20 aprile 2014
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SASSARI. Dateci i Diener e vi solleveremo il mondo. Perché si possono fare mille discorsi, ma quando hai due così devi cercare di portarli al top, dargli in mano lla squadra e poi ci pensano loro. Poi arriva il resto, allungare il roster, pescare a prezzi contenuti un giocatore come Caleb Green, prendere giocatori più di sostanza per le tonnare dei playoff. Tutto giusto, tutto sacrosanto, tutto funzionale a una stagione lunga, faticosa e anche gloriosa come questa. Però il miglior banco resta quello di Travis e Drake che giocano il loro basket, unico e particolare. Travis, nuovamente in versione “White chocolate” ha chiuso con una doppia-doppia e 12 assist uno più bello dell’altro. Drake era in formato Mvp: 6/7 da tre punti, 6/7 da due, 9 rimbalzi (il migliore dei biancoblù), se non gli danno il premio bisognerà giocare i playoff col lutto al braccio per protesta.

Un brutto quarto d’ora. Il primo, quando la Dinamo ha tenuto la testa sotto l’acqua. Soprattutto, ha tenuto il ritmo sotto i suoi standard. E l’Acea in quei momenti ha mostrato tutti i suoi pregi, anche in versione ridotta (così come i biancoblù, teniamolo presente). Il Banco, con Marques Green e Tessitori nel quintetto iniziale, ha scambiato qualche canestro nei minuti iniziali (4-6, 7-6) poi è andato a sbattere il muso sulla zona avversaria e si è ritrovato a -12 (10-22) senza quasi accorgersene. Un guizzo (l’unico) di Thomas con 5 punti di fila ha ricucito parzialmente lo strappo, ma il primo quarto (15-24) non è stato il massimo. E nemmeno l’inizio del secondo (18-28), quando già Meo Sacchetti aveva cominciato a rimescolare l’assetto della squadra e in campo aveva i tre piccoli più Vanuzzo e Caleb Green.

Big Ben. Nemmeno così la situazione è cambiata, anzi, l’area biancoblù stava diventando una terra di nessuno, con Szewczyk inarrestabile e l’ultimo arrivato Kanacevic (un allenamento e mezzo alle spalle, giusto per capirci) che arrivava al ferro come e quando voleva. La svolta l’ha data Eze, con 8’ determinanti. Non come Shaquille O’ Neal o Holajuwon, sia chiaro, ma improvvisamente sotto canestro la Dinamo ha avuto una presenza. Con questo assetto le cose hanno girato nel verso giusto anche perché Travis si è improvvisamente illuminato e con 6 assist ha fatto svoltare la partita. E se lui è così, anche Eze fa canestro.

Monster Drake. Passata la paura, il Banco ha azzannato la partita. Con Eze ha rimontato dal -9 (24-33) al +5 (42-37) grazie anche a Brian Sacchetti, un altro che ha saputo aspettare paziente il suo momento per uscire dalla panchina e fare la differenza. Il terzo quarto è stato quello del Banco migliore, con 7/8 da tre punti e Drake che ne ha messi 13 in scioltezza senza nemmeno un errore (tre triple, due liberi e un canestro da due). È stata Roma, stavolta, ad andare fuori giri, e il parziale di 32-14 è di quelli che chiudono le partite. Così è stato, nell’ultimo quarto il Banco ha toccato subito il massimo vantaggio (+25, 78-53) e poi si è scollegato dalla partita. Forse troppo in anticipo, ma non era la serata perfetta e in fondo andava bene a tutti.

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