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Posillipo: «O si vinceva oggi o eravamo morti»

Posillipo: «O si vinceva oggi o eravamo morti»

Il capitano elogia il coraggio dei più giovani e rinnova l’appello ai tifosi: «Speravo di vederli in curva»

31 ottobre 2016
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SASSARI. «O si vinceva questa partita o eravamo morti»": parole forti, determinate e tanto significative, che arrivano dal capitano torresino a fine gara. Tanto per sottolineare l'importanza di una vittoria attesa nove giornate, con la squadra all'ultimo posto in classifica. Battere il Lanusei era proprio questione di vita o di morte (sportiva) per i rossoblù, «ci siamo riusciti, pur soffrendo moltissimo, e questo risultato – aggiunge Donato Posillipo – deve essere per noi un nuovo punto di partenza, l'inizio della rinascita. Portare a casa questi 3 punti era maledettamente importante e mi dispiace per l'assenza dei tifosi, che hanno deciso di disertare ancora lo stadio restando fermi sulle loro posizioni».

La curva vuota, benchè gratuita, è stata la nota stonata nel primo pomeriggio di festa di una Torres «che non meritava di stare sul fondo, vederci così in basso ci ha smosso dentro qualcosa, abbiamo triplicato l'orgoglio e le forze per risollevarci. E' stata durissima – afferma ancora il capitano – ma il carattere si vede nelle difficoltà e a noi non manca. Si dice sempre che le vittorie fanno morale e dato il contesto non è una frase fatta ma è verissimo Avevamo assoluta necessità di una botta di fiducia, che in parte è arrivata vincendo in Coppa. Dopo questo successo l'autostima nel gruppo è sicuramente aumentata».

Uscire vittoriosi da un confronto dominato dagli avversari sa tanto di evento fortunoso, gli ogliastrini sono stati sempre pericolosi e hanno seminato brividi in serie in area torresina (compresi tre legni colpiti). Posillipo non nasconde l'aiuto della dea bendata, «che però nelle gare precedenti non ci era stata vicina, soprattutto a L'Aquila. Stavolta è stata benevola, nonostante l'errore dal dischetto. Il raddoppio ci avrebbe consentito una gestione meno problematica del secondo tempo e averlo fallito è stata una mazzata psicologica, che ci ha portato a concedere tante occasioni agli avversari. E' subentrata la paura di vincere». Sul perchè al tiro sia andato Mangiapane e non uno dei due attaccanti il motivo è chiaro e sintetica: «Batte chi se la sente», un classico. Poi Posillipo rivolge un applauso alla squadra: «Ce la stiamo mettendo tutta per risalire. Io sono il motivatore del gruppo ma in realtà non è necessario spronare i compagni, siamo tutti consapevoli di dover dare sempre il massimo».

Sandra Usai

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