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La Dinamo si rilancia con le idee più chiare

di Andrea Sini
La Dinamo si rilancia con le idee più chiare

Nel momento chiave premiato il coraggio delle scelte

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SASSARI. Il coraggio delle scelte per dare una scossa, la coerenza e la determinazione nel lavoro per superare il momento più critico della storia recente della società. La Dinamo non è fuori dal tunnel, ma la roboante vittoria di martedì contro la lanciatissima Fiat Torino, una delle squadre più in forma del momento, potrebbe segnare una riga netta nel percorso dei sassaresi. Che si sono rimessi pienamente in corsa per la qualificazione alla Final Eight di Coppa Italia e hanno probabilmente trovato una chiave diversa per il proseguo della stagione.

Il bivio. Senza esagerazioni di sorta, quella contro la squadra di coach Frank Vitucci era per i sassaresi era una delle sfide più attese e importanti di questi sei anni e mezzo di serie A. Niente coppe o finali in palio, ma una buona fetta di futuro. Le sconfitte recenti, troppe, la situazione complicata in Champions league e in campionato (e di riflesso in chiave Coppa Italia), l’insoddisfazione della tifoseria, lo scarso rendimento di alcune pedine fondamentali e lo “storico” ritiro punitivo deciso dalla società proprio sotto le feste natalizie sono gli elementi che hanno caricato di significati l’ultimo impegno ufficiale del 2016. La posizione di Federico Pasquini, difeso a spada tratta dal presidente Stefano Sardara, con tutta probabilità non sarebbe stata messa in discussione neppure nel caso di un’ulteriore passo falso interno, ma è possibile che a quel punto a fare un passo indietro sarebbe potuto essere proprio il coach-manager biancoblù.

Una nuova via. È andata diversamente, per fortuna della Dinamo, e questo non significa affatto che di colpo la squadra abbia risolto tutti i suoi problemi. Ma almeno un paio di particolari dicono molto su questo gruppo: innanzitutto il fatto che l’anima “sassarese” della Dinamo è quella che può ancora fare la differenza a livello emotivo, e anche in maniera pesante. E da questo punto di vista Pasquini ha deciso: da ora in avanti punterà tutto sui “suoi” uomini (da Sacchetti a Lydeka, da Stipcevic a Devecchi, da Lacey a Bell), a costo di rimetterci qualcosa a livello di talento. Se gli altri si adegueranno tanto meglio, altrimenti in tribuna e in panchina c’è tanto posto. L’altro elemento da annotare ed evidenziare con un circoletto rosso è legato al valore del roster: quando il Banco c’è con la testa, può giocarsela con chiunque, e lo dimostra - tra le altre cose - la voce rimbalzi: contro Torino i sassaresi hanno dominato (42-25), grazie all’apporto di tutti e grazie soprattutto alla cattiveria, alla voglia di arrivare per primi sulla palla e alla propensione ad aiutarsi. L’esempio di scuola, verificatosi più volte, è il tagliafuori tipo ruspa di un lungo e il rimbalzo raccolto da un piccolo. Insomma, la Dinamo è tutt’altro che scarsa, ha un gioco e ha interpreti in grado di fare tutto ciò che serve. La differenza, in sostanza, continuerà a farla solo e soltanto la testa.

L’imbarazzo della scelta. Oggi la squadra è finalmente al completo e Pasquini può scegliere tra 14 uomini, tenendo tutti sulla corda. Gani Lawal ha ancora problemi a un piede e non ha ritmo partita, ma a livello di presenza in attacco e di intimidazione l’ex Cantù con un piede solo è comunque molto meglio di un Olaseni al top della condizione. David Bell, dopo due gare alla grande e due mezzi flop, grazie ai tanti allenamenti sta trovando la sua collocazione all’interno del gruppo, del quale deve necessariamente diventare il metronomo. Johnson Odom è stato rimandato in pista più che altro per mandare un chiaro segnale a Carter, ma già a Venezia potrebbe tornare ad accomodarsi in tribuna, mentre radio mercato in questi giorni lo accosta alla Vanoli Cremona, spaventata però dal suo stipendio. Con il definitivo inserimento di Lawal e l’invito alla “sveglia” inviato a Carter, la quadratura del cerchio potrebbe non essere lontana, ma come sempre la sentenza arriverà dal campo. «Ci sono tante cose da sistemare, ma vincere fa sempre bene», ha detto Pasquini martedì notte. Raramente prestazione e soprattutto vittoria erano arrivate in un momento più opportuno.

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