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La Dinamo nel cuore, intervista con Drake Diener

Drake Diener
Drake Diener

Domenica a Cremona la sfida con la Vanoli Cremona di Meo Sacchetti e dei cugini Diener: «Che belli quegli anni»

03 novembre 2017
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SASSARI. La vecchia stella del campionato si mette a disposizione del coach e del gruppo. Quasi una chiocchia, con talento immutato e l’esperienza per gestirsi nel migliore dei modi. Sulla soglia dei 36 anni (li compirà il 19 dicembre), Drake Diener si trova per l’ennesima volta agli ordini di Meo Sacchetti. Tre stagioni intensissime a Sassari, tra il 2011 e il 2014, con la conquista del titolo di Mvp nell’ultimo anno in biancoblù. Poi Reggio Emilia, Saragozza, Capo d’Orlando e ora la nuova esperienza, nel cuore della Bassa padana.

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Si può dire che Cremona ha un allenatore in panchina e due in campo?
«No, sicuramente l’allenatore è Meo, che sa gestire benissimo il suo ruolo e ha sempre una marcia in più nei rapporti con i giocatori. Io e Travis mettiamo la nostra esperienza a disposizione della squadra, ma i ruoli sono ben chiari».

Tra lei e il coach c’è un rapporto speciale
«Meo mi ha allenato per 6 anni in quattro squadre diverse. Credo che sia un record, sicuramente lo è a livello di giocatori americani nel campionato italiano. Ne sono felice».

E poi c’è suo cugino Travis
«Dopo tre anni di inattività per lui è molto dura ritrovare il ritmo partita. Sinora non ha giocato tanto bene, ma ogni giorno vedo che fa progressi, penso che tra non molto ritroverà l’intensità che serve».

Tutti insieme, con le vostre famiglie, formate un bel clan
«Sia io che lui abbiamo tre figli. Sì, insomma, siamo un bel po’ di gente. Ma fuori dal campo ci vediamo tanto anche con la famiglia di Meo, e questo è bellissimo. Senza dimenticare, ovviamente, che siamo qui per giocare a basket».

Tutti insieme, domenica, vi troverete di fronte al vostro passato. Lei sicuramente è più abituato degli altri ad affrontare la Dinamo
«Sicuramente sì. Ho già una certa abitudine, l’ho affrontata sia con Reggio Emilia che con Capo d’Orlando e certamente non è più come la prima volta, soprattutto se si gioca lontano da Sassari. Ma è sempre una partita speciale, per me i tre anni trascorsi con la maglia della Dinamo restano indimenticabili, sia per le cose fatte in campo che per come ci siamo trovati fuori».

Suo cugino Travis sostiene che il livello qualitativo della serie A è salito. Lei che è un veterano di questo campionato è d’accordo?
«Sì, è assolutamente così. L’esempio di Bologna che ha preso il posto di Caserta è sin troppo scontato. Ma se le squadre di prima fascia, tra le quali la Dinamo, sono rimaste molto forti, club come Brescia e Torino sono molto più competitivi dello scorso anno. Senza considerare che Reggio Emilia al momento ha zero punti ma tornerà presto nelle zone alte della classifica».

Ha visto giocare la Dinamo?
«Ho visto qualche partita, soprattutto di Champions League. Mi piace, hanno un bel mix di intelligenza, talento, fisicità e atletismo. Bamforth è molto forte e anche gli altri tre piccoli sono di alto livello. Mi piace molto Spissu, anche quando era giovanissimo capiva benissimo il gioco, in campo sapeva sempre cosa fare. Dovremo stare attenti a lui e a tutti gli altri». (a.si.)
 

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