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«Certo, ci tenevamo molto ma non facciamo drammi»

dall’inviato
«Certo, ci tenevamo molto ma non facciamo drammi»

Il presidente Sardara: «Amareggiato per la sconfitta, perdere non fa mai bene Ora continuiamo così, in agosto avrei firmato per trovarmi in questa situazione»

16 febbraio 2020
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PESARO. «Amarezza, rabbia o delusione? Direi nessuna delle tre cose. Anzi no, un po’ di amarezza c’è, perché perdere non è mai bello». Ventiquattr’ore dopo l’uscita di scena della Dinamo dalla Final Eight, Stefano Sardara è nuovamente sul luogo del delitto, alla Vitrifrigo Arena, per assistere alle semifinali.

«Ci ho dormito su – dice il presidente del Banco di Sardegna – le sensazioni sono le stesse che abbiamo provato a caldo. Conosciamo bene la formula di questa competizione, che alcune volte ci ha sorriso e in altri casi ci ha fatto il muso. Chi perde esce, chi vince va avanti. Noi torniamo a casa dop ouna partita bella ed quilirata, decisa da una tripla fortunoso e dal fatto che loro sono stati bravi a essere lì. Noi forse non siamo stati lucidissimi in alcuni dei momenti importanti della gara».

Cosa è mancato alla Dinamo? «Ci è mancato qualcosa all’inizio, il nostro approccio è stato un po’ molle, mentre Brindisi si è presentata in campo più affamata. Loro sono in gas, hanno fiducia, mentre noi, pur arrivando da un momento abbastanza buono abbiamo avuto alla fine qualcosa in meno. Bisogna fare tesoro di questa esperienza, per capire che per arrivare a certi traguardi serve esprimersi al meglio sin dall’inizio».

Coleby ha deluso. Per lui è una bocciatura? «Il tema di Coleby è legato ancora al suo inserimento completo negli ingranaggi di squadra. Così come McLean non sarebbe stato giudicabile in 10 minuti, né in positivo né in negativo, così vorrei giudicare lui quando Poz potrà adoperarlo a pieno regime. Spero presto».

Come si riparte dopo un’eliminazione amara? «Non serve una vera ripartenza – dice il primo dirigente del club sassarese –, bisogna continuare sul solco del percorso che abbiamo intrapreso da qualche tempo, magari senza dimenticarci di come ci siamo arrivati. Vincere non è mai una cosa casuale, quando arrivi a certi risultati significa che hai lavorato in una certa maniera. Noi abbiamo vissuto un paio di mesi in apnea, competendo su due fronti e forse siamo arrivati qui un po’ in calo. Ma non mi dimentico che siamo secondi in campionato e siamo andati avanti in Champions League, oltre ad avere già vinto un trofeo. Essere usciti dalla Final Eight è un vero peccato, perché ci tenevamo molto, ma io ad agosto avrei firmato per trovarmi oggi esattamente in questa condizione». (a.si.)

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