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Cagliari-Palermo, la vittoria amara di Greatti

Enrico Gaviano
Cagliari-Palermo, la vittoria amara di Greatti

50 anni fa lo scudetto: il numero 10 ammonito, dovrà saltare la festa tricolore

11 aprile 2020
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CAGLIARI. Ricciotti Greatti era il cervello del grande Cagliari, il numero 10, l’uomo che dava fosforo a un centrocampo formidabile in cui trovarsi al fianco gente come Nenè, Domenghini, Brugnera e Cera significava giocare a occhi chiusi. Lui oggi vive ancora in Sardegna e non ha dubbi quando parla del “suo” Cagliari scudettato. «Il più forte ero io – dice ridendo –, sì, giusto parlare di Riva, lui segnava a raffica, era un campionissimo, ma a reggere la baracca c’ero io con quegli altri campioni».

Cagliari-Palermo 2-0.Quando gli si chiede di parlare di Cagliari-Palermo, la gara giocata 50 anni fa, esattamente il 5 aprile 1970, si intuisce una smorfia. «Vincemmo 2-0, ma che dolore...». Il buon “Riccio” infatti all’Amsicora scese in campo con il pesante fardello della diffida. E purtroppo, durante la gara, l’arbitro Riccardo Lattanzi gli affibbiò un’ammonizione per un intervento deciso. «Sono sempre stato corretto – ricorda il centrocampista rossoblù –. In carriera sono stato espulso una sola volta. Ma quel giorno l’arbitro decise di ammonirmi, in quel momento mi cascò il mondo addosso». Squalifica certa e niente partita contro il Bari, che la settimana successiva avrebbe assegnato lo scudetto al Cagliari.

Greatti ammonito. «Ancora mi fa rabbia – aggiunge Greatti –, anche perché Lattanzi era un mio amico, avevamo fatto il collegio insieme. A fine gara mi avvicinai e gli dissi: guarda che questa ammonizione mi costerebbe la squalifica e salterei la partita che con tutta probabilità chiuderà i giochi in testa alla classifica. Lui mi guardò e rispose: eh, ormai l’ho scritto nel taccuino, non posso tornare indietro...».

Gol di Riva e Nenè. Comunque sia il Cagliari sbrigò la pratica Palermo con facilità, quasi immemore dello scivolone che all’andata, in Sicilia, costò alla squadra di Scopigno l’imbattibilità. I gol: nel primo tempo una capocciata di Riva, nella ripresa un tiraccio di punta di Nenè dal limite che scavalcò il portiere rosanero. Partita in ghiaccio e tutti a casa, con il vantaggio di tre punti sulla Juventus inalterato: i bianconeri vinsero contro il Brescia con un gol all’ultimo minuto di Anastasi. Tre punti dunque che la settimana successiva in caso di successo, e concomitante sconfitta dei torinesi in casa della Lazio avrebbe dato matematicamente lo scudetto ai rossoblù. Cosa che infatti avvenne.

Riccio e a un trionfo indimenticabile. «Quella squadra era formidabile – dice deciso –, tutti davvero eccezionali. Albertosi non toccava il pallone per lunghi tratti, tanto che ogni tanto ci chiedeva di passarlo pure a lui». Greatti rappresentava uno dei giocatori eclettici di cui era imbottita quel Cagliari. «Ho iniziato da centravanti – ricorda –, solo che poi con Silvestri accettai di retrocedere a centrocampo visto che la squadra era zeppa di attaccanti. Chissà, forse sbagliai». Il cruccio più grande però è stato quello di non aver mai giocato in nazionale. «Valcareggi mi conosceva benissimo, conosceva il mio valore, ma non mi trovò mai spazio. Del resto lì c’erano giocatori come Mazzola, Rivera, insomma, difficile poterli scalzare».

Il tabellino. CAGLIARI: Albertosi, Martiradonna, Zignoli (dal 23’ del secondo tempo Nastasio), Cera, Niccolai, Poli, Domenghini, Nenè, Gori, Greatti, Riva (12. Reginato)

PALERMO: Ferretti (dal 18’ del secondo tempo Bellavia), Sgrazzuti, Pasetti, Lancini, Bertuolo, De Bellis (dal 13’ del primo tempo Costantini), Pellizzaro, Landoni, Troia, Reia, Causio. ARBITRO: Lattanzi di Roma. RETI: Riva al 40’ del primo tempo e Nenè al 15’ della ripresa.

NOTE: spettatori circa 27mila, per un incasso di 25.540.200 lire.(11/continua)

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