Il ciclismo sardo dice addio a Luigi Ara
Faceva parte della storica società “Gavino Cherchi” di Ittireddu, aveva 77 anni
20 aprile 2020
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SASSARI. Il mondo del ciclismo sardo dà l’addio a Luigi Ara, membro storico della società “Gavino Cherchi” di ittireddu.
Ara è morto a 77 anni dopo una lunga malattia. Ha lottato fino alla fine, come faceva quando saliva sulla sua bicicletta.
Tantissime le gare disputate da Luigi Ara durante la sua carriera. Tra i suoi avversari anche i protagonisti del ciclismo professionistico sardo come Fois e Bratzu, battuti sul traguardo del classico 'Giro dell'Anglona.
Ara è ricordato anche per il risultato ottenuto nella gara Cagliari-Sassari durante il campionato italiano assoluto dilettanti, la prima serie che si disputò nel Sulcis-Iglesiente. E poi ancora: il Tricolore per allievi a Bassano del Grappa, dove hacombattuto per il gran premio della montagna con Motta. E come non ricordare la prova di Luigi Ara nel Gran premio internazionale Liberazione a Roma, vinto dal danese Rhiter, con lui e Sassu che arrivarono al traguardo insieme al gruppo degli inseguitori. E poi sempre con lo scalatore Sassu, al Giro del Lazio, internazionale a tappe, vinto da Sgarbozza, nel ’67, e il Gran premio di Rieti, premondiale dei dilettanti.
Ara è stato un faro per il ciclismo sardo dilettantistico. È stato lui, infatti, l’animatore del Giro della Vulcablock, dominato, nel'68, dall'allora azzurro Santini. Ara aveva conquistato il podio nella corsa a cronometro dei “Vulcani Spenti''.
La sua prima vittoria era arrivata a maggio del 1962, nella sua Ittireddu. Complice lo strappetto e la tipica curva ''de su suezzu'', aveva staccato il gallurese Muzzetto e gli altri protagonisti, partiti da Berchidda.
A Ittireddu lo ricordano tutti con affetto. “Ciao campione”, il saluto del paese e dei suoi amici più cari.
Ara è morto a 77 anni dopo una lunga malattia. Ha lottato fino alla fine, come faceva quando saliva sulla sua bicicletta.
Tantissime le gare disputate da Luigi Ara durante la sua carriera. Tra i suoi avversari anche i protagonisti del ciclismo professionistico sardo come Fois e Bratzu, battuti sul traguardo del classico 'Giro dell'Anglona.
Ara è ricordato anche per il risultato ottenuto nella gara Cagliari-Sassari durante il campionato italiano assoluto dilettanti, la prima serie che si disputò nel Sulcis-Iglesiente. E poi ancora: il Tricolore per allievi a Bassano del Grappa, dove hacombattuto per il gran premio della montagna con Motta. E come non ricordare la prova di Luigi Ara nel Gran premio internazionale Liberazione a Roma, vinto dal danese Rhiter, con lui e Sassu che arrivarono al traguardo insieme al gruppo degli inseguitori. E poi sempre con lo scalatore Sassu, al Giro del Lazio, internazionale a tappe, vinto da Sgarbozza, nel ’67, e il Gran premio di Rieti, premondiale dei dilettanti.
Ara è stato un faro per il ciclismo sardo dilettantistico. È stato lui, infatti, l’animatore del Giro della Vulcablock, dominato, nel'68, dall'allora azzurro Santini. Ara aveva conquistato il podio nella corsa a cronometro dei “Vulcani Spenti''.
La sua prima vittoria era arrivata a maggio del 1962, nella sua Ittireddu. Complice lo strappetto e la tipica curva ''de su suezzu'', aveva staccato il gallurese Muzzetto e gli altri protagonisti, partiti da Berchidda.
A Ittireddu lo ricordano tutti con affetto. “Ciao campione”, il saluto del paese e dei suoi amici più cari.
