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«Auguri cara Dinamo, sarai sempre speciale»

di Giovanni Dessole
«Auguri cara Dinamo, sarai sempre speciale»

Ieri il sessantesimo anniversario della fondazione della società sassarese Cinquemila contatti per la diretta della Nuova con Sardara, Travis Diener e Baz

24 aprile 2020
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SASSARI. Un compleanno speciale celebrato con un brindisi speciale in una location speciale. Ieri, 23 aprile 2020, la Dinamo ha mandato a referto i suoi primi 60 anni. Ha festeggiato con la sua gente. E con la Nuova Sardegna, che ha organizzato un seguitissimo brindisi virtuale sul profilo Instagram ufficiale del giornale, con oltre 5mila contatti complessivi. Al bancone c’è il giornalista Andrea Sini – con addosso una maglia storica del club – al tavolo siedono lu preside’ e lu più fo’ (recita la storia IG di lancio): leggi Stefano Sardara e Travis Diener, con “Baz” a fare da gradito terzo incomodo.

Il presidente. «Auguri a tutti noi. La Dinamo è fatta da tifosi, sponsor, Istituzioni e da quelli che quel a San Giuseppe, con passione e spirito di iniziativa, hanno fatto nascere la società. Spirito arrivato intatto sino a questo 2020. Sentiamo tutti tutto l'affetto che ci circonda. La Dinamo è un modo di essere, parte essenziale del nostro territorio e della Sardegna». Ha festeggiato il Banco. Causa virus lo ha fatto virtualmente, coinvolgendo in un video formato social party tanti dei volti che hanno fatto la sua storia: «C'è una persona che manca e ci manca, l'avvocato Milia. È stato una guida. Tutti hanno un merito di aver portato un mattoncino alla causa, lui ne ha portato due – dice Sardara –. La Dinamo è come una staffetta: si corre un pezzo all'interno della stessa batteria, prendendo il testimone e andando avanti. Ognuno ha aggiunto un tassello, si è sempre fatto un gradino in più. La speranza è che il prossimo presidente faccia tesoro di quanto fatto e porti il team a traguardi ancora più importanti».

In gioventù l’incontro con la Dinamo: «Come tanti tifosi sono cresciuto sugli spalti. A 5 anni andavo alle partite con mio padre, abbiamo mantenuto lo stesso posto per 20 anni. È la passione che ti spinge a lanciare il cuore oltre l'ostacolo. È capitato a me, ai Mele, all’avvocato Milia. È nel nostro dna». Il numero uno biancoblù passa in rassegna anni di match, condivisione e amicizia. Rende onore al main sponsor Banco di Sardegna e agli altri che hanno creduto e credono nel progetto. Torna indietro a gara6 della finale scudetto con Reggio, rivede con la mente la schiaciata di Jerome Dyson messa a segno sul filo del cronometro. Parla dello spogliatoio come un luogo sacro, del suo forte legame con Gianmarco Pozzecco, di Luigi Peruzzu come forte legame fra società e territorio e dell'indimenticato Mimì Anselmi. Ha un rapporto speciale con Marco Spissu, con lui già ai tempi della Robur. E con Travis Diener: «Lontani, ma sempre in contatto. Ho il sogno che possa un giorno essere un nostro allenatore. Ci andammo vicini, non era ancora il momento». Un sigaro cubano regalato da un tifoso alla vittoria della seconda Coppa Italia fu dono profetico: «Mi disse: lo fumi quando vinci lo scudetto! Poco tempo dopo..».

Ecco Baz. Stefano Sardara saluta, sulla scena fa irruzione Marco Bazzoni, “Baz”: «L’anno del triplete seguivo quasi sempre la Dinamo. Mi ricordo di quando ho portato Salvatore Sirigu in curva con i tifosi e le birrette – ride -. Non sono andato a gara7 a Reggio perché avevo solo un biglietto e non volevo lasciare i miei amici soli a presidiare piazzale Segni. Avevo la tessera dell'Alta Marea, mi ricordo di Curcic e Baker. Auguri Dinamo, gli anni lei se li porta meglio di me...».

Travis&.family. La regia chiama il cambio e dagli States compare in video TD12: «Ciao – dice in italiano Travis Diener –. Sono a casa, come tutti, impegnativo con tre bambini. Gioco a tennis con un amico per tenermi in forma. L’anno prossimo? Periodo assurdo questo, sto aspettando di sapere cosa accadrà nel campionato italiano. Poi deciderò. Non voglio tornare in campo tanto per farlo, voglio essere sicuro di poter incidere». Travis passa in rassegna i giorni del suo arrivo a Sassari, il suo primo allenamento, la sua prima gara con Caserta e quella di coppa giocata a Belgrado, la vittoria della Final Eight, il calore del pubblico. «Avevo altre offerte in Nba, volevo l'Europa ma non volevo andare in Russia. Con mia moglie pensavo a Italia, Germania o Spagna. Drake aveva giocato con Meo, il mio agente mi propone di giocare in Sardegna con un coach che mi avrebbe permesso di giocare. È iniziata così». Passano a salutarlo online Matteo Boccolini, Massimo Chessa e Michele Ruzzier. L’amore per la Dinamo è grande: «Ogni volta che indossi quella canotta, sai che per la gente significa tanto: è sempre speciale. In quegli anni ho stretto amicizie che continuano ancora. A Sassari da coach? Ci sono affezionato, immagino il mio futuro nel basket. Sarebbe bello». Poi arrivano i suoi tre splendidi bambini. L'immagine della felicità, un altro regalo speciale in un giorno speciale.

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