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La Lazio fa un sol boccone di un Cagliari troppo mogio

di Roberto Muretto
La Lazio fa un sol boccone di un Cagliari troppo mogio

Lazzari la sblocca dopo 4’, Immobile la chiude in contropiede nel secondo tempo Troppi giocatori fuori ruolo e squadra che fa confusione. Godin resta in panchina

27 settembre 2020
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INVIATO A CAGLIARI. Il primo tempo del Cagliari è un disastro tattico. La conferma che a Di Francesco mancano tre pedine per evitare di schierare giocatori fuori ruolo nel 4-3-3, modulo a cui il tecnico non rinuncia. La Lazio non si fa pregare, si porta avanti con Lazzari dopo una manciata di minuti e domina. I rossoblù vengono tenuti in piedi da Cragno, altrimenti sarebbero affondati molto prima. Non possono bastare i 15' di inizio ripresa nei quali la squadra ha dato segni di vita, a giustificare una prestazione che ha messo a nudo i limiti di una formazione che sta adattando troppi giocatori a un ruolo che non è il proprio. Il raddoppio di Immobile ha scritto la parola fine a un match dal quale sono arrivati segnali preoccupanti.

Terreno fertile. Le corsie esterne sono terra di conquista per la Lazio. Lazzari "scherza" con Lykogiannis, la stessa cosa fa Marusic dalla parte opposta con Faragò. Gli esterni bassi rossoblù difendono male perchè hanno altre caratteristiche e in quella posizione sono adattati. Il pressing del Cagliari non è coordinato, per la squadra di Simone Inzaghi è fin troppo facile saltarlo e trovare varchi per gli inserimenti dei centrocampisti, soprattutto di Luis Alberto e Leiva. Rog e Nandez sono gli unici ad attaccare gli spazi, mentre Marin è statico, ci pensa troppo prima di fare un passaggio. Quando si gioca nella sua posizione la velocità di pensiero è fondamentale. Portare palla è la cosa più sbagliata che si possa fare. Joao Pedro sembra essere in una di quelle giornate nelle quali pare ti stia facendo un piacere a stare in campo. Ma ha l'attenuante che anche lui gioca in una posizione che lo penalizza. Largo a sinistra è un pesce fuor d’acqua. La lotta è impari, non solo sul piano tecnico ma anche su quello fisico. Al Cagliari servirebbe far circolare la palla in velocità ma non riesce mai a farlo.

Segnali di vita. Il Cagliari inizia la ripresa con il piglio giusto. La squadra è più aggressiva, il tecnico corregge alcune cose e il campo viene coperto meglio. Adesso le seconde palle sono quasi tutte dei rossoblù, che guadagnano metri e costringono (ma forse è una scelta dei biancocelesti) la Lazio a giocare di rimessa. Simeone si divora la palla del pareggio, il segnale che si può osare contro un avversario che ha perso la brillantezza della prima frazione. Il Cagliari ci prova ma gli manca sempre l'ultimo passaggio. Di Francesco si gioca la carta Caligara, fuori Marin. Rog diventa il centrale davanti alla difesa, Joao Pedro si avvicina alla porta e diventa la punta di riferimento. Tutto inutile perchè il raddoppio di Immobile chiude i conti. L'ennesima sgroppata di Marusic che si "beve" Faragò è l’emblema della partita e dei problemi difensivi dei rossoblù. C'è spazio anche per Pavoletti, Despdov e Zappa nella parte finale ma la partita ha già espresso il suo verdetto. Il Cagliari ha molto, molto da lavorare. Sul campo e sul mercato. È arrivato Godin, ma non basta.

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