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franco farris (presidente montalbo) 

«Ricordo i dettagli di quel giorno è stata una gioia indescrivibile»

«Ricordo i dettagli di quel giorno è stata una gioia indescrivibile»

NUORO. Il presidente della Montalbo di allora, targata 1984, era Franco Farris, imprenditore di Siniscola. Allora era un giovane imprenditore che assieme a sua moglie aveva fondato nel 1970 la Franco...

23 novembre 2020
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NUORO. Il presidente della Montalbo di allora, targata 1984, era Franco Farris, imprenditore di Siniscola. Allora era un giovane imprenditore che assieme a sua moglie aveva fondato nel 1970 la Franco Farris arredamenti, trasformando la piccola attività di famiglia in una delle più importanti attività nel settore dell’arredamento di Nuoro e provincia. Uomo energico ed appassionato si impegnò a far risorgere la squadra del suo paese dalle serie minori regalando ai compaesani un quinquennio di calcio spettacolo culminato nei campionati di serie D.

«Avevo 42 anni nel 1984 quando a Olbia ci giocammo lo spareggio. Ricordo tutto, ogni minimo particolare. I nostri ragazzi si erano comportati bene soprattutto in difesa lasciando poche occasioni agli avversari, forti e agguerriti in ogni reparto. Poi quel gol inaspettato a un minuto dal termine ci ha fatto impazzire. Il calcio è fatto di episodi e quel giorno andò bene, anzi benissimo a noi».

Se a Siniscola ancora si sorride sull’emozione del ricordo a La Maddalena dove vive il portierone dell’Ilva di allora, Aldo Vitiello, il flashback di quell’incontro sul prato verde di Olbia rievoca spettri ancora nitidissimi. «E’ stato un incubo. Ho presente perfettamente la scena. La palla verso l’angolo, poi si è fermata su una pozzanghera. Io sono in parte scivolato e Branca è stato veloce e bravo a calciare, ma anche molto fortunato», rimarca l’estremo difensore dell’Ilva anni Ottanta.

«Pensare che ero già proiettato ai calci di rigore dove il portiere può essere protagonista per i destini della sua squadra. Ci stavo pensando, d’altronde era finita. Insomma ci siamo portati per un po’ di tempo la croce di questa sconfitta che non si può nascondere ha fatto male». Maddalenino doc, anche se gli avi erano di origine ponzese, Aldo Vitiello, era uno dei punti di forza di quella squadra dove sono approdati anche i suoi fratelli. «Avevamo quello e poco altro. Gli stadi erano sempre pieni e noi respiravamo e mangiavamo calcio per tutta la settimana», sottolinea lo sportivo 64 anni, capelli lunghi ma canuti. Ora in pensione (lavorava come tanti maddalenini all’Arsenale militare) continua a darsi da fare con quelle manone da portiere e supporta la moglie nell’attività artigianale che gestisce. «Prima qua avevamo tutto, le attività produttive durante l'anno e il turismo d'estate - dice sconsolato - ora ci è rimasto poco. Una decadenza che fa male e intristisce». (l.u.)

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