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La Dinamo senza coach Poz deve arrendersi all’overtime

di Andrea Sini
La Dinamo senza coach Poz deve arrendersi all’overtime

Difesa ai minimi livelli, Pesaro riacciuffata nel finale ma nel supplementare non c’è storia Determinante l’espulsione dell’allenatore (due tecnici) e inutili le prodezze dei singoli 

13 febbraio 2021
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INVIATO A MILANO. Gli dei del basket perdonano, Pesaro no. La Final Eight per la Dinamo è già finita, sepolta dai canestri di una Carpegna Prosciutto che a livello offensivo ha fatto quello che ha voluto. Per decretare il vincitore dell’ultimo quarto di finale serve un overtime, acciuffato dal Banco in maniera rocambolesca, ma al Mediolanum Forum vincono comunque i marchigiani di Repesa, che la spuntano per 110-115 al termine di un match incredibile. Le 7 vittorie di fila, le 3 vittorie negli scontri diretti, il grande stato di forma: tutto azzerato nello spazio di una sera: è la dura legge della Final Eight.

Il mal di mare. Un’altalena di emozioni incredibile, con un numero infinito di break e controbreak. Quasi impossibile seguire il filo di una gara in cui la Dinamo è partita malissimo (4-16), per avere poi oscillazioni clamorose: dal -12 al +3, dal +9 al -4 sino al +3. E ancora, nel secondo tempo, dal +13 al -1 al +7, e dal +8 al -4 a poco più di un minuto dalla fine. Poi l’overtime, dal -5 al +1, sino al crollo finale. Con il solo Spissu continuo per tutta la gara, il Banco è imploso per l’assenza di continuità a livello difensivo.

Brutte avvisaglie. I biancoblù, come detto, partono malissimo e regalano i primi 3 minuti ai marchigiani (4-16). La reazione del Banco è rabbiosa: piovono triple, con Spissu, Burnell e Bendzius, poi Gentile firma il 21-18, mentre dalla panchina si alzano Kruslin, Katic e Happ. Il periodo si chiude sul 26-27, iniziano a piovere anche falli tecnici e la panchina biacoblù funziona: arriva un break di 13-2 e a 7’22” da metà gara il Banco ha già segnato 38 punti, contro 29. Match sotto controllo? Ma per cortesia: Pesaro si scatena, con un Justin Robinson immarcabile e con Delfino che da lontano piazza la tripla del 40-44. Prima del riposo c’è ancora un doppio tira e molla, e le triple di Spissu e Burnell fanno 53-49.

Emozioni a raffica. Si riparte dalle giocate in post basso di Bilan e da un gioco da tre punti di Burnell, che vale il nuovo +9, 58-49. Repesa fa cambi a ritmo frenetico ma la Dinamo accelera ancora e la terza tripla personale di Burnell le regala il +13, 63-50 a 6’41”. Ecco un’altra occasione d’oro per mettere la vittoria in freezer, ma con questo Banco non si può stare tranquilli: la zona della Vuelle funziona, Delfino suona la carica con 9 punti consecutivi, Justin Robinson fa centro da fuori e Pesaro è di nuovo lì. Cain e Delfino dalla lunetta confezionano il sorpasso, 68-69 a 2’49”. Gentile risponde da campione con due triple da una tonnellata, e l’ultimo quarto comincia sul 76-70.

Lotta di nervi. La coppia di lunghi Bendzius-Happ non convince, Pesaro risale (78-77), poi Pozzecco la combina grossa, rimediando il secondo fallo tecnico e l’espulsione. Il match si sporca, il Banco si affloscia e Pesaro ritrova la parità con Drell, 85-85 a 5’20”. I marchigiani perdono Justin Robinson per falli, la Dinamo allunga sul 90-85, poi Bendzius perde due palle sanguinose e allora ecco il nuovo break, con l’altro Robinson, sinora nullo, che entra in scena. Pesaro si mette a zona, il Banco si impantana, scivola a -4 (92-96) e a 1’26” sembra spacciato. Kruslin inventa una bomba, Bilan viene falciato in contropiede, ma l’antisportivo frutta solo un punto (96-96) e a 14” Filloy infila la bomba del 96-99. Dopo il timeout Sassari pasticcia ma Gentile fa il miracolo da oltre l’arco a 1” ed è overtime, sul 99-99.

Delusione supplementare. Pesaro schizza subito via (99-104), Spissu prende per mano la squadra con 6 punti di fila e Gentile fa 107-106 a 2’30”. Il Banco però è di burro, Drell e Filipovity lo fanno a fette e la tripla di Bendzius del 110-110 è l’ultima speranza. Poi ci pensano Tambone (tripla con la prima palla toccata nella sua serata) e Robinson. E stavolta è finita per davvero.

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