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Caos Barcellona, fermato Bartomeu

Caos Barcellona, fermato Bartomeu

L’ex presidente pagava per screditare sui social campioni come Messi e Piquet

02 marzo 2021
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ROMA. A meno di una settimana dalle elezioni presidenziali, il Barcellona è nel caos, proprio mentre la squadra di Koeman dava segnali di ripresa. Ieri gli agenti dei «Mossos d'Esquadra», la polizia regionale catalana, si sono presentati negli uffici del club, al Camp Nou, e hanno proceduto a una serie di perquisizioni nell'ambito di quello che in Spagna è stato ribattezzato Barçagate, una sorta di spy story di campagne social contro i campioni più rappresentativi della squadra più famosa al mondo, partite all'interno dello stesso club.

I Mossos hanno operato quattro fermi: l'ex presidente Bartomeu, il grande nemico di Messi, che si è dimesso lo scorso ottobre, e altri tre dirigenti. Il giudice del Tribunale numero 13 di Barcellona indaga per i reati di corruzione e falso in amministrazione. Bartomeu aveva sempre negato qualsiasi accusa, e si era trincerato dietro ai risultati di un’inchiesta interna che non aveva rivelato alcun delitto. Evidentemente il giudice non è tanto sicuro della cosa e vuole vederci più chiaro.

Breve riassunto sul Barçagate: la Cadena Ser nel gennaio 2020 ha rivelato che il Barcellona ha versato 6 bonifici da 200.000 euro l’uno a società incaricate tra le altre cose di gettare fango sui coniugi Messi, Gerard Piqué, Pep Guardiola. Il problema è che la cosa dura da tre anni, quindi il Barcellona, ha sprecato, o investito, 3,6 milioni di euro per servizi che costano molto meno. La cosa aveva portato a un comunicato dei giocatori guidati dal capitano Messi con un indignato attacco al club. Ora la svolta.

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