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La Dinamo ora fa paura

di Antonello Palmas
Un recupero di Dowe
Un recupero di Dowe

Basket LegaA. A Brescia prova di forza che conferma il gran momento Trovato l’assetto, il Banco macina avversari e recrimina sul passato

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inviato a Brescia C’è una squadra che nessuno vorrebbe incontrare in questo momento, e la cosa che non dà pace è che non parteciperà alle Final Eight di Coppa Italia, dove avrebbe potuto creare problemi a molti, ma questo fa parte dei misteri e delle meraviglie del basket che non lesina mai sorprese. Si chiama Dinamo Banco di Sardegna, in questo momento vince come se ne non ci fosse un domani, è alla quinta vittoria nelle ultime sei gare e lo stato di grazia (che non è ricevuta, ma conquistata con il sudore e con i denti) è stato confermato domenica sul campo di un Brescia che oltre al nome (Leonessa) aveva tutte le caratteristiche per incutere timore.

Sconfitto nelle ultime 5 di Lega A, incattivito da una situazione di classifica ben diversa da quella prevista, reduce da due ottime prove in Eurocup e in grado di scegliere tra Cobbins e Taylor per i 12, tanto talento e voglia di ridimensionare il fenomeno Sassari che le levò la gioia delle semifinali playoff per riprendere a correre, Brescia sembrava la squadra giusta per inceppare il giocattolo sassarese. Che però, evidentemente, è costruito con criterio e ha una solidità mentale e fisica che Della Valle&co con immaginavano.

Della magnifica partita con la Germani restano tante immagini e alcuni flash che spiegano molto di cosa sia diventata la Dinamo nel giro di un mese e mezzo: il tuffo di Kruslin per anticipare Gabriel, la geniale giocata sulla sirena del 3° quarto e 4 secondi a disposizione con cui Robinson in versione quarterback trova il modo di servire Diop per il touchdown (pardon, schiacciata) che tiene a distanza un avversario lanciato nell’ennesimo assalto. Ma anche la palla recuperata da un Gentile impagabile e trasformata in tripla micidiale; la stoppata di Diop su un Odiase reso innocuo dai lunghi ospiti. E poi i canestri di Dowe (vinto il duello con l’ex Nikolic che tanti avrebbero preferito al suo posto e che ha dovuto caricarsi di falli per cercare di fermarlo), che nel finale uccidono le ultime speranze di Brescia, insieme alle triple di un Bendzius sempre più in versione Terminator.

Da squadra che lascia sempre una chance agli avversari e cade quando il gioco si fa duro, proprio dopo il match perso con Brescia al PalaSerradimigni il Banco è cambiato definitivamente e ieri ha voluto dimostrarlo facendo la voce grossa proprio sul campo di una Leonessa rea di averle rubato la preda. Una mutazione fatta di tanto lavoro in allenamento e di scelte criticate da quasi tutti ma che ora si stanno rivelando azzeccate: via il talentuoso e muscolare Onuaku, dentro uno Stephens tutto atletismo e voglia di far crescere il gruppo, che ora trova spazi e motivazioni prima inesistenti con tutti i suoi elementi. Ma anche dell’opera di un coach come Bucchi che non si abbatte davanti ai problemi e sa gestire un gruppo come pochi. E di un mercato estivo che ha portato a Sassari due come Dowe e Jones, che avevano bisogno di condizione e di pazienza da parte dell’ambiente, e di una squadra vera. Ora c’è ed è un peccato che si debba fermare per la doppia sosta.
 

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