Il Calangianus avvisa i suoi tifosi: «Voi offendete i giocatori o l’arbitro? Noi vi segnaliamo»
Il presidente Sergio Deligios dopo la multa per gli insulti ad avversari e arbitro
Sassari Non per l’entità della multa, che 150 euro li trovi, ma per un imperativo etico, e per un impegno sociale del quale il mondo dello sport e del calcio in particolare deve farsi veicolo. «Stop alle offese! Invitiamo pubblico e sostenitori a mantenere un comportamento educato e tranquillo, sia verso le squadre ospiti e sia verso la terna arbitrale, oltre agli spettatori. Tutti i dirigenti, durante le prossime gare, verificheranno lo stato comportamentale dei tifosi, segnalando in caso di comportamento scorretto, i nominatavi alle autorità preposte». Questo l'eloquente comunicato ufficiale pubblicato nei giorni scorsi dalla società Football club Calangianus nella propria pagina di Facebook. Una denuncia inusuale nel mondo del calcio, anche a livello dilettantistico, e insieme un grido d’allarme in che prende spunto dai fatti di sabato 6 gennaio.
Al Signora Chiara il Calangianus batte il Ghilarza per 1-0. Una vittoria casalinga importante per i giallorossi, utile a scalare le posizioni nel campionato di Eccellenza. Ma non tutto fila liscio. Durante la gara un giocatore avversario nel primo tempo viene fatto oggetto di intemperanze da parte dei tifosi di casa, che in seguito nel corso della ripresa insultano anche l'arbitro Francesco Succu di Nuoro. Il direttore di gara mette tutto a referto. Scatta quindi inevitabilmente la sanzione pecuniaria del giudice sportivo regionale: 150 euro di multa irrogate alla società Fbc Calangianus. Una cifra di modesta entità, che in genere le società pagano, incassando la multa in silenzio. Anche magari per non mettersi contro le tifoserie. Ma non è stato così per la società Calangianus, una delle più antiche e gloriose dell'isola, datata addirittura 1905, con un passato in serie D e tanti campionati disputati ad alti livelli.
Il presidente del sodalizio Sergio Deligios, 53 anni, commerciante, offre la sua spiegazione dei fatti. «Non vogliamo fare i delatori - precisa il massimo dirigente calangianese - ma semplicemente prendere le distanze da comportamenti scorretti. Che tengo a precisare sono stati di una stretta minoranza e che accadono spesso anche in altre realtà del calcio isolano a tutti i livelli. Non è certo l'entità della sanzione a preoccuparci, ma una questione di principio. Nel calcio e nello sport in generale bisogna mettere al primo posto il rispetto: delle regole e delle persone. Gli arbitri possono sbagliare - continua -. Sono convinto che lo facciano in buona fede e alla fine della stagione in generale torti e favori si equivalgono. Per cui il nostro è anche un appello rivolto anche alle altre società e tifosi, non solo di Calangianus: non tolleriamo più atteggiamenti offensivi e di prevaricazione all'individuo». Il comunicato della società ha aperto la discussione, a partire dalla cittadina gallurese, nella speranza che la denuncia diventi un invito, che tutte le realtà dilettantistiche isolane sono chiamate a condividere e a rispettare.