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Il sogno

La Torres vola e vince, il pubblico a Sassari può crescere

di Davide Pinna
Un'azione della partita fra la Torres e l'Entella
Un'azione della partita fra la Torres e l'Entella

Sesta vittoria consecutiva per i rossoblù contro l’Entella. Dopo il grande boom iniziale in calo le presenze allo stadio

12 marzo 2024
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Sassari Il record stagionale, manco a dirlo, è arrivato il 21 gennaio, in occasione del derby con l’Olbia: 4.682 spettatori al Vanni Sanna, incuranti del freddo e, in larghissima parte, tifosi della Torres. Il probabile primato negativo è stato invece registrato domenica scorsa, in occasione della vittoria per 2 a 1 sulla Virtus Entella: 3.103 persone sulle gradinate dell’Acquedotto. Insomma, nonostante il filotto di sei vittorie consecutive e la situazione di classifica estremamente positiva con una seconda piazza ipotecata dagli 11 punti di vantaggio sulla Carrarese, il numero di spettatori allo stadio sembra aver intrapreso una china discendente, rispetto all’inizio del campionato. Una tendenza che andrà verificata con l’imminente arrivo della primavera, ma che è confermata dai numeri e fa discutere la città. Dove fioriscono le teorie: c’è chi assegna la responsabilità di questo calo alla trasmissione televisiva delle partite e al campionato spezzatino, chi fa riferimento alle troppe delusioni vissute in passato dai tifosi rossoblù e chi, banalmente, spiega che è tutta una questione di clima. Quello meteorologico, si intende. Ma prima, è necessario tracciare un quadro complessivo di tutto il girone B della Serie C. Dove la Torres non sfigura per nulla, secondo i dati riportati da Transfermarkt.it. È al quarto posto, con una media di 3.908 spettatori a partita, dietro la corazzata Cesena, capolista e predestinata – salvo sorprese – alla promozione diretta in B, e squadre dal passato glorioso come la Spal o il Pescara. E davanti al Perugia che vanta nel suo palmarès 13 partecipazioni alla Serie A. Numeri, quelli della Torres, che dipingono un quadro tutt’altro che negativo. Ma proprio in questo finale di campionato, con la possibilità che un passo falso del Cesena riapra la corsa per il primo posto, il supporto dei tifosi è fondamentale. E la flessione nel numero di presenze allo stadio crea qualche preoccupazione. È un lunedì mattina non troppo affollato, nelle strade del centro di Sassari. Filippo Canu sta dietro il suo banchetto di abbigliamento in piazza Tola e non ha dubbi sulle cause: il campionato spezzatino. «Chi non ha l’abbonamento si perde nel caos di anticipi e posticipi, è difficile sapere quando fare il biglietto perché, a causa delle esigenze televisive, non si sa mai quando si gioca. Una volta non era così, la domenica alle 15 era l’appuntamento fisso». Dalla sua postazione privilegiata nel centro di Sassari, è però sicuro di un fatto: «L’entusiasmo della città non è in calo, anzi sta crescendo. Ma la partita la si può guardare comodamente anche in Tv, o in streaming, e non dimentichiamo che lì nella zona dello stadio quando tira il vento fa davvero freddo». Opinione condivisa da Massimo Accolli, che sta dietro il bancone del Coffee Time: «Le partite sono trasmesse tutte in televisione: l’entusiasmo c’è, tanta gente le segue, ma è normale che molti preferiscano vederle comodamente da casa invece che andare allo stadio». Poco più in là, al Caffè Battisti nell’omonima via, bandiere, sciarpe e maglie rossoblù fanno bella mostra dietro il bancone. Angelo Piras è un assiduo frequentatore del Vanni Sanna: «È vero, un certo raffreddamento nell’entusiasmo si nota. Sarà anche la classifica un po’ chiusa, con questo secondo posto che può sembrare al sicuro e un Cesena in fuga». Un po’ più giù, nel Corso, Sandro Doro dice la sua: «Il fatto è che ci sono state troppe scottature in passato e il pubblico sassarese dopo le tre sconfitte consecutive a gennaio ha perso rapidamente la fiducia. Ma ora con queste vittorie e il bel tempo lo stadio tornerà a riempirsi». Gli fa eco Alessandro Poddighe: «Il sogno del 2006, quando arrivammo a un passo dalla Serie B per poi essere esclusi dal campionato per questioni economiche ha lasciato le sue tracce». D’altra parte, c’è anche chi il calcio non lo segue ed è incurante di vittorie o sconfitte rossoblù. Lo conferma, dalla sua edicola di piazza Azuni, Stefano Dieni: «Qui non si è mai visto grande entusiasmo, ma la cosa non mi stupisce: i quotidiani sportivi non vanno certo a ruba».
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