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Arianna Errigo portabandiera ai Giochi: «Più bello di una medaglia»

di Stefano Ambu
Arianna Errigo portabandiera ai Giochi: «Più bello di una medaglia»

Campionessa di fioretto, in questi giorni è a Cagliari per i campionati italiani. Mamma-atleta, viaggia con i suoi due gemellini e la famiglia che la supporta

06 giugno 2024
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Cagliari L’oro olimpico? Per ora c’è almeno l’oro di Sardegna, la bottarga. Dieta mediterranea, anzi sarda, e corse e nuotate al Poetto pensando ai Giochi di Parigi. Per provare a conquistare un sogno: il posto più alto del podio nel fioretto individuale. Una prima emozione è già arrivata: Arianna Errigo, 36 anni compiuti ieri in Sardegna, monzese, stella dei campionati assoluti di scherma in corso a Cagliari, sarà portabandiera dell’Italia alle Olimpiadi francesi. «Una grande notizia- spiega- tanto bella, quanto inaspettata. Vale più di una medaglia, neanche ci speravo. Stavo tornando da una gara di Coppa del mondo a Tiblisi. E in viaggio ho ricevuto la notizia direttamente dal presidente del Coni Giovanni Malagó».

Ora ricetta sarda per caricarsi e ricaricarsi: Errigo per qualche giorno ha preso casa al Poetto. «Non è distante dagli impianti dove continuerò ad allenarmi - spiega - e ne approfitterò anche per correre». Senza dimenticare di fare anche qualche bagno. E di farlo fare anche alle sue medaglie più luminose, i due gemellini di un anno e tre mesi. Sempre con lei: «A parte qualche trasferta- spiega- non sicura per loro a livello sanitario, li porto sempre con me. E continuerò a fare scherma insieme ai miei figli. C’è una “squadra” dietro. A Cagliari sono venuta con i miei genitori. A volta all’estero c’erano le tate con la suocera. Nelle gare ci sono momenti in cui io e mio marito (ndr l’allenatore Luca Simoncelli) non possiamo gestirli. E allora entra in gioco l’aiuto della “squadra”. Loro vogliono sempre prendere in mano la maschera e l’arma. Sentono i rumori delle gare di scherma da quando erano in pancia, sono abituati a questo mondo».

Mamme-atlete, vita difficile: «Ci vuole un supporto generale. Da soli non si può fare niente- ha detto- serve un po’ l’aiuto di tutti dalla Federazione alla famiglia. Se non avessi avuto il commissario tecnico, i compagni, il Coni dalla mia parte, compresa la famiglia, sarebbe stato tutto più difficile. È importante che si crei questo contesto, non solo nel mondo dello sport, ma anche nel mondo del lavoro».

Sogno d’oro alle Olimpiadi. «Sì, è l’obiettivo, ma senza farne una malattia - racconta - un anno e tre mesi fa non ero nemmeno sicura di riuscire a tornare a gareggiare. Sono rientrata, mi sono qualificata, sono portabandiera: sono contenta». A Cagliari gli assoluti sono partiti con una medaglia di bronzo nell’individuale di fioretto: «Dopo gli Italiani abbiamo gli Europei, gare di avvicinamento alle Olimpiadi. In questo momento stiamo “caricando” molto in vista dei Giochi - spiega Errigo - Sono contenta di come è andata all’esordio a Cagliari”» In realtà i “nazionali” sono già di per sé un bel test visto che la concorrenza azzurra non manca: mercoledì sera la finale di fioretto femminile è andata per il secondo anno di fila a Francesca Palumbo. Ventisettesima Vittoria Pinna, toscana del Cs Pisa con papà sassarese.

Per qualche giorno Errigo farà vita da cagliaritana. Immancabile tappa anche in ristorante: «A Cagliari si mangia benissimo- racconta- è buono sia la carne sia il pesce. Il “porceddu” bisogna assolutamente assaggiarlo, ma ho buoni ricordi anche della fregula. E poi quel dolce con il formaggio e il miele, la seada. Impossibile non festeggiare. Anche perché c’è di mezzo il mio compleanno».

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