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Cristian Zara: «Con Picardi sarà una battaglia, ma il titolo europeo deve essere mio»

di Roberto Muretto
Cristian Zara: «Con Picardi sarà una battaglia, ma il titolo europeo deve essere mio»

Venerdì il pugile sassarese combatterà a Benevento per il titolo continentale dei pesi gallo. Sarà il terzo match tra i due sfidanti, nei precedenti ha sempre vinto il campano

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Sassari Dovesse vincere, Cristian Zara scriverebbe una pagina di storia della boxe. Sarebbe il primo pugile sassarese a conquistare un titolo europeo. Cristian ci proverà venerdì a Benevento sfidando Vincenzo Picardi per la cintura (lasciata vacante dall’inglese Charlie Edwards) continentale dei pesi gallo. Il boxeur sardo è carico, consapevole delle difficoltà ma deciso a disputare un grande incontro.

È il suo terzo match con Picardi. Ha perso le prime due volte, questo potrebbe condizionarla?
«No. Anzi, quei combattimenti mi sono serviti tantissimo. Mi sono sbloccato, ho capito che dovevo farmi seguire da persone che conoscono la boxe professionistica».

È vero che c’è stato un momento in cui ha pensato di mollare tutto?
«Sì, quando ho avuto l’infortunio alla mano. Ero demoralizzato, mi dicevano che non sarebbe tornata come prima e quindi non potevo più praticare la boxe».

Come è andata?
«Claudio Innarelli, il mio coach, è stato fondamentale. Grazie a lui e a tutte le terapie alle quali mi ha fatto sottoporre, la mano è guarita. Lui è la mia guida».

Torniamo ai due match persi con Picardi, ha capito perché?
«Nel primo, fatto a Stintino, il tappeto era scivoloso, nessuno dei due è stato messo nella condizione di dare il massimo. Nel secondo ho perso di un punto per colpa mia. Ero sicuro di vincere e nella dodicesima ripresa ho avuto un calo di concentrazione che ho pagato caro. Errore che non ripeterò».

Venerdì un altro faccia a faccia, cosa deciderà?
«Mi sono preparato bene, abbiamo iniziato la fase specifica dopo aver saputo la data match. Ho lavorato sui suoi punti deboli, come avrà fatto lui. Niente pronostici, dico solo che sarebbe un grande onore per me portare il titolo a Sassari».

Dopo quello tricolore del suo amico Aroni.
«Con Andrea siamo molto legati, ho fatto il tifo per lui l’altro giorno. Sarebbe il massimo due campioni a Sassari. Magari in futuro si potrebbe organizzare una riunione con i due titoli in palio».

Ci fa l’identikit di Vincenzo Picardi?
«È uno che viene sempre avanti, cambia guardia, fa tante finte. Cose che non bisogna fargli fare. Devo iniziare subito bene, non dargli il centro del ring, costringerlo ad indietreggiare».

Dodici riprese, troppe?
«Le ho già fatte, fisicamente non ho problemi».

L'arma più importante del suo avversario?
Non lo so. A me interessa fare il match come lo stiamo preparando. Se riesco le possibilità di vincere sicuramente aumentano».

È la volta buona?
«Non vedo l'ora che arrivi venerdì. Voglio far vedere a tutti che sono un Cristian Zara diverso, che può tornare a casa con la corona europea. Lo dico, naturalmente, col massimo rispetto per Picardi, pugile esperto con grande esperienza».

Di lei si dice che ha un’ottima tecnica ma non il pugno del ko. Come risponde?
«Per ora ho vinto solo tre volte prima del limite. Ma il colpo se è preciso e portato coi tempi giusti coglie il segno. Io punto a questo. Non è necessario avere la dinamite nelle mani, serve tempismo e precisione. Molti ko vengono perché colpisci l’avversario nel punto giusto e non solo per la potenza del colpo».

Chi ci sarà insieme a lei a Benevento?
«Mio padre e mio zio sicuri. Oltre al sindaco di Calangianus Fabio Albieri, che mi aiutato con l'organizzazione delle riunioni. Ma ci saranno anche degli amici che si faranno sentire. Il mio compito è quello di fare il massimo e se vinco la mia carriera subirà una svolta».

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