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Torna il derby Sorso-Porto Torres, mezzo secolo di epiche e sfottò

di Argentino Tellini
Torna il derby Sorso-Porto Torres, mezzo secolo di epiche e sfottò

Sabato 22 alle 15 alla Piramide nuova edizione di una classica del calcio sardo

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Sassari Sabato 22 novembre alle 15 torna alla Piramide la sfida Sorso-Porto Torres. Una classica del calcio sardo che riporta indietro i cuori delle due tifoserie ai grandi derby del passato, degli anni 70 e 80. Quando alcune di quelle partite, in campi sportivi riempiti all'inverosimile, potevano valere la serie C.

Biancocelesti e rossoblù militano oggi in Prima Categoria e cercano di risalire la china. Il Sorso è terzo in classifica a 16 punti, il Porto Torres quarto  a 13. Al nuovo derby si attende un pubblico numeroso, che non potrà essere paragonabile rispetto ai 5600 paganti di un Porto Torres-Sorso del marzo 1985. Campionato serie D. Quando i turritani di Ignazio Tedde al viale delle Vigne si imposero sui cugini sorsensi di Roberto Franzon per 2-1. Uno scossone che non impedì al Sorso la storica promozione in serie C, campionato in cui militerà diverse stagioni. Mentre per il Porto Torres saranno altre annate esaltanti in serie D e promozioni nei professionisti sfiorate, negate da Olbia e Tempio, quello di Vanni Sanna.

Negli anni 70 ci furono splendidi derby con esiti alterni anche all'Occone di Porto Torres. Fuori i calciatori indossavano i pantaloni a zampa di elefante, in campo pantaloncini stretti e attillati. Spauracchio della difesa turritana Gavino Santoni, una trottola estrosa dal sinistro magico (forse il giocatore di Sorso più amato di tutti i tempi) e Salvatore Marongiu, scaltro, tecnico e formidabile nel gioco di testa. Mentre al Madau di Sorso, un'icona del calcio sardo che sta per essere rimessa a nuovo, in quegli anni i derby erano in stile Rio de Janeiro. Tifosi a dir poco colorati in tribuna. Precursori degli ultrà, ma decisamente più pittoreschi, personaggi  leggendari come Pesciolino, Haller, Kochis, il Rosso, Geggè, Puschaccioni e Sogliola. I più organizzati, i Lions, erano guidati da Efisio Perandria. Il tifo turritano stava invece ai piedi di Luciano Del Giudice, gestore del bar Sport e straordinario organizzatore di trasferte. Alle quali partecipavano per dare man forte alla squadra, non si sa mai, anche i rinomati pugili turritani, quelli allenati dal mitico Baciccia Martellini.

Ma incredibilmente tra le due tifoserie, che definire calde era un eufemismo, non scoppiò mai nessun incidente di rilievo, solo sfottò. Non a caso i portotorresi vengono chiamati "Sussinchi d’ischogliu”. Sul campo le partite tra le due squadre continuavano sempre incerte, risolvendosi spesso con episodi. Le squadre,  fortissime, potevano annoverare calciatori di classe cristallina. Elencare qualche nome significherebbe fare un torto ad altri.

Impossibile non citare tra i protagonisti di quelle annate Amarildo, il giocatore brasiliano campione del mondo 1962, che ad inizio anni 80 sedette nella panchina del Sorso in serie D, prima di approdare in Tunisia. In Romangia imperò il calcio "bailado", con vette mai più raggiunte. Quindi negli anni 90 il declino per entrambe le formazioni. Per il Porto Torres la fiammata in serie D degli anni 2000, presidenza Enrico Piras. Per il Sorso invece una quarta serie sfiorata solo qualche anno fa. Quindi la discesa e la Prima Categoria. In un calcio e contesti sociali profondamente cambiati.

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