Nei suoi pezzi soffiava già il vento della rivolta giovanile
SASSARI. Luigi Tenco era nato a Cassine, in provincia di Alessandria, nel 1938 ma era cresciuto a Genova dove aveva cominciato la sua avventura nella musica quando era ancora un liceale, suonando il...
SASSARI. Luigi Tenco era nato a Cassine, in provincia di Alessandria, nel 1938 ma era cresciuto a Genova dove aveva cominciato la sua avventura nella musica quando era ancora un liceale, suonando il clarinetto e il sax in gruppi jazz di cui facevano parte anche Bruno Lauzi e Fabrizio De André. Poi nel 1958 scopre il rock’n’roll, fondando i «Diavoli del rock» insieme con Gino Paoli. I suoi primi tentativi di cantante avvengono sotto pseudonimo (Gigi Mai, Gordon Cliff, Dick Ventuno): nel frattempo si è trasferito a Milano, dove diventa amico di Giorgio Gaber e di Piero Ciampi.
Nel 1962 buona parte delle canzoni del suo album d'esordio, intitolato «Luigi Tenco» vengono censurate: si salvano solo «Angela» e «Mi sono innamorato di te», che avrà più successo nella versione di Ornella Vanoni. Dopo un'esperienza d'attore nella «Cuccagna» di Luciano Salce e il servizio militare, si trasferisce a Roma dove firma con la Rca, la factory della canzone italiana, dove stringe un importante amicizia con Lucio Dalla, altro transfuga del jazz. In questo periodo tra l’altro scrive per altri: firma «Mondo di uomini» per Lucio Dalla e, nonostante detesti la musica Beat, «Yeeeh» per i Primitives di Mal. Nel frattempo la sua «Un giorno dopo l’altro» diventa la sigla del Maigret televisivo con Gino Cervi.
Si arriva così al 1967, quando la Rca decide di iniziare un’operazione di lancio e di iscriverlo al festival di Sanremo, una decisione peraltro accolta con poco entusiasmo. Com’è noto, purtroppo sarà l’atto finale della sua esistenza.
Tenco ha lasciato tre album e un canzoniere straordinario. «Mi sono innamorato di te», «Vedrai vedrai», «Lontano lontano», «Un giorno dopo l’altro», «Ragazzo mio», «Ciao amore ciao», «Se stasera sono qui», «Ho capito che ti amo» – per citare solo i titoli più famosi – sono canzoni che all’epoca erano una novità assoluta: nel mondo dell’ottimismo del boom economico portavano l’inquietudine di una generazione che di lì a poco avrebbe invaso le piazze. (red.c.)