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il restauro

Il retablo di San Pietro di Tuili verrà esposto a Venaria Reale

Il retablo di San Pietro di Tuili verrà esposto a Venaria Reale

CAGLIARI. Il grande retablo di San Pietro di Tuili, opera del Maestro di Castelsardo, sarà finalmente restaurato e a marzo del 2018 verrà esposto alla reggia sabauda di Venaria Reale a Torino...

21 aprile 2017
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CAGLIARI. Il grande retablo di San Pietro di Tuili, opera del Maestro di Castelsardo, sarà finalmente restaurato e a marzo del 2018 verrà esposto alla reggia sabauda di Venaria Reale a Torino affianco a dipinti di Tintoretto, Tiziano, Vincenzo Foppa, Pietro da Cortona e Giorgio Morandi. Anni di richieste a enti e istituzioni, una lunga attesa che ha rischiato di pregiudicare lo stato dell’opera lignea minacciata dai tarli e dalle cadute di colore, ma stavolta la Soprintendenza ai Beni Culturali ce l’ha fatta: il direttore Fausto Martino e i funzionari dell’ufficio ministeriale sardo hanno colto l’occasione offerta dalla diciottesima edizione della mostra internazionale “Restituzioni” allestita da Banca Intesa San Paolo e grazie a una convincente proposta tecnica d’intervento per il capolavoro della diocesi di Ales Terralba è arrivato il momento della rinascita. E’ la prima volta che il comitato scientifico composto da personalità di primo piano come Carlo Bertelli e Giorgio Bonsanti seleziona un’opera proveniente dalla Sardegna. A riportare il retablo dipinto a olio e tempera tra il 1489 e il 1500 al suo splendore antico sarà la ditta sarda “Annalisa Deidda restauro opere d’arte” con la direzione scientifica della Soprintendenza, a finanziare interamente l’intervento, che partirà in autunno, sarà l’istituto di credito. A gennaio dell’anno prossimo l’opera sarà pronta per essere esposta a Torino, a conclusione della mostra tornerà alla parrocchiale di Tuili. Un bel colpo per la Sardegna e per Tuili, sia sul piano della salvaguardia che della promozione del patrimonio artistico.

A chiedere al Maestro di Castelsardo di dipingere il retablo, che raffigura fra l’altro la Vergine e la Crocifissione, furono i coniugi spagnoli Santa Cruz, feudatari di Tuili. A confermarlo è un contratto firmato davanti al notaio Carnicer di Cagliari il 4 giugno del 1500 col quale i coniugi s’impegnavano a fornire al nobile Nicolo’ Gessa un vitalizio utile a saldare il prezzo dell’opera. Da allora il retablo è rimasto sempre all’interno della parrocchia di Tuili, patrimonio della comunità e attrazione culturale di grande valore in un territorio non certo ricco di richiami artistici. Negli ultimi anni, anche su iniziativa del Comune e del parroco, la Soprintendenza si è occupata di tenere sotto controllo le condizioni dell’opera lignea e di cercare i fondi indispensabili per il restauro. Ora il traguardo è a portata di mano: Tuili perderà per alcuni mesi il suo tesoro, ma prima dell’estate 2018 lo riavrà nelle condizioni originarie. (m.l)

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