La Nuova Sardegna

“Strollica” a Roma Tutte le contraddizioni della scelta eolica

di Fabio Canessa
“Strollica” a Roma Tutte le contraddizioni della scelta eolica

Mercoledì la proiezione del cortometraggio di Peter Marcias Una bambina difende il suo parco giochi dalle grandi torri

30 ottobre 2017
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Mercoledì alla Festa del Cinema di Roma verrà presentato in anteprima mondiale nella sezione Alice nella città (all'interno della selezione Panorama Italia) il nuovo lavoro d'animazione di Peter Marcias: “Strollica”. Prodotto da Capetown Film per la Fondazione Sardegna Film Commission nell'ambito del progetto Heroes 20.20.20, il cortometraggio racconta di una bambina che scopre nel suo parco preferito si sta per impiantare una stazione di torri eoliche. Preoccupata perché gli uccelli non cantano e il paesaggio è deturpato, si reca all’alba con l’idea di abbattere la torre. La torre si lamenta e la invita a visitare il suo interno e spiega i vantaggi delle energie rinnovabili. La bambina comprende, ma insiste sui danni al suo ambiente. Si arriverà a un accordo e le torri si sposteranno in un altro sito. A firmare il soggetto è Gianni Loy, più volte sceneggiatore per Peter Marcias. «La collaborazione è iniziata anni fa quando mi chiese una sceneggiatura per un corto in materia di sicurezza sul lavoro – spiega Loy, già docente di diritto del lavoro all’università di Cagliari – Venne fuori “Il canto delle cicale”, un lavoro al quale rimango particolarmente affezionato. Immagino anche Peter lo sia. Sono poi arrivati altri corti e in seguito con “Dimmi che destino avrò” anche i lungometraggi. Insomma, un bel sodalizio che, per quanto mi riguarda, è risultato più che positivo e spero possa continuare».

Da che idea parte “Strollica”?

«Evoca le contraddizioni della scelta eolica. Risparmio energetico, per un verso, ma possibile deturpazione dell’ambiente dall’altro. Nel mezzo: sospetti di corruzione, criminalità organizzata... Un tema complicato e difficile. Tanto complicato e difficile da risultare adatto proprio a un pubblico di bambini».

Come ha sviluppato quindi il discorso sull'energia rinnovabile?

«Il messaggio è quello dell’equilibrio. Non possiamo rinunciare ai vantaggi offerti dalla nuove tecnologie ma vogliamo credere che esista una modalità di utilizzo ragionevole, cioè che sia possibile una compatibilità etica ed estetica».

Che personaggio è la giovanissima protagonista?

«Una bambina che risponde con l’istinto, senza bisogno di ricorrere a complicati ragionamento. Per la verità, il ragionamento della protagonista è implicito, la scelta istintiva risponde a un principio logico che i bambini, spesso, sanno sviluppare meglio di noi».

Quali differenze ci sono nel lavorare a una sceneggiatura per un progetto animato come questo rispetto a un film con attori in carne e ossa?

«Passare dalla scrittura convenzionale, dalla costruzione di una storia animata da persone fisiche a quella dell’animazione, è stato emozionante. La storia convenzionale ti impone limiti. I limiti delle leggi della fisica, dalla presenza di persone e cose che possiedono una loro conformazione. In questa prima esperienza, sono rimasto affascinato proprio dalla mancanza di limiti. Cioè dalla possibilità di poter far muovere o parlare un oggetto, di poter decidere, ad esempio, che una torre eolica cammini o possa parlare. La libertà di immaginazione, all’improvviso, diventa illimitata: puoi scrivere ciò che vuoi, puoi volare. Ma è proprio quella libertà a limitarti. La devi governare. Puoi abbandonarti al fantastico ma con misura, per non scivolare nello sconclusionato, nel banale. Anche quando fai muovere una montagna o fai parlare un albero, dovrai renderlo credibile. Scrivere per l’animazione, in definitiva, è più difficile ma può risultare più entusiasmante».

Che tipo di lavoro ha fatto, nello specifico, in un corto come questo dove mancano anche i dialoghi?

«L’eliminazione dei dialoghi è stata una scelta di regia. Nella sceneggiatura originale erano presenti. Ma, come è noto, è il regista a interpretare la sceneggiatura e dire l’ultima parola. Ed è giusto così. In questo caso, ho molto apprezzato il minimalismo e la semplicità. Eliminando i dialoghi, ha finito per sintetizzare la complessità del tema, lo ha riportato all’essenza in un piccolo, delizioso, affresco che peraltro, a mio avviso, risulta di grande impatto estetico. Il messaggio è per tutti, ciascuno potrà interpretarlo a seconda dei propri strumenti di lettura».

Primo piano
La denuncia

L’ambulanza bruciata, Claudio Cabizzosu: «Sospettiamo sia stata un’altra associazione»

di Luca Fiori
Le nostre iniziative