La Nuova Sardegna

Carlo Conti ripropone il fascino della tv vintage

Carlo Conti ripropone il fascino della tv vintage

Da gennaio una spolverata al classico “Ieri e oggi”. E in primavera ritorna “La Corrida”

28 dicembre 2017
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ROMA . «Una meravigliosa libertà per far ritrovare la tv del passato a chi l’ha vissuta e farne scoprire il valore al pubblico più giovane». È il senso che Carlo Conti dà al ritorno in tv con “Ieri e oggi”, dal 5 gennaio su Rai3 per cinque puntate in seconda serata. Una “spolverata” a un classico Rai nato 50 anni fa, e andato in onda per 9 edizioni e 120 puntate dal 1967 al 1980, presentato, fra gli altri, da Lelio Luttazzi, Mike Bongiorno e Luciano Salce con ospiti, negli anni, come come Mina, Peppino De Filippo, Monica Vitti, Nino Manfredi, Francesca Bertini, Giorgio Albertazzi, Virna Lisi, Adriano Celentano, Johnny Dorelli e Paola Borboni.

La formula unisce una coppia di ospiti (nella nuova edizione si comincia con Enrico Montesano e Rita Pavone, la settimana dopo Carlo Verdone/Iva Zanicchi), filmati d’archivio e chiacchiere sul passato e presente.

Un nuovo impegno “vintage” per Conti, bandiera del servizio pubblico, che orchestrerà in primavera anche il ritorno a casa di un altro classico come “La corrida”, con un’anteprima su Radio2 e poi su Rai1. Senza dimenticare la trasferta il 13 aprile al Beacon Theatre di New York per una data dello spettacolo con Leonardo Pieraccioni e Giorgio Panariello («avevamo pensato di fare il manifesto con un ciuffo alla Trump ma ci sembrava troppo»), la staffetta che continua con Frizzi a “L’eredità”, un cameo in “Don Matteo” e la conduzione dei David di Donatello, di nuovo in Rai dopo due anni su Sky.

Come si spiega questo successo della tv vintage? «È basata su idee forti. Fa più effetto se lo vediamo in televisione e magari pensiamo meno che al cinema fanno l’ennesima versione de l’Assassinio sull’Orient Express o di Star Wars. Nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma». Nella prima puntata, risulta riuscito il mix di racconto e immagini con Rita Pavone e Enrico Montesano, in un fiume di aneddoti e filmati. Pensando alla Corrida invece «sarà in primo piano anche il rispetto di chi viene a proporsi. La grandezza di Corrado era proprio saper ironizzare ma con grande eleganza». Non manca una domanda sui suoi tre anni a Sanremo: «Ho sempre cercato di rispettare l’anima del Festival, una gara di canzoni, con un po’ di spettacolo intorno. Fra le medagliette di merito, c’è quella d’aver riportato i giovani in prima serata». E com’è andato invece il cameo in Don Matteo? « ho capito che la parte d’attore non fa per me».

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