La Nuova Sardegna

La notte dei David Piovono premi sul cinema sardo

di Fabio Canessa
La notte dei David Piovono premi sul cinema sardo

Igort felice per Valeria Golino: «È un’attrice straordinaria» Cabiddu: «L’Orchestra di Piazza Vittorio progetto vincente»

10 maggio 2020
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SASSARI. Se “Il traditore” non ha tradito le attese vincendo come ampiamente previsto i premi più importanti, la sessantacinquesima edizione dei David di Donatello ha regalato soddisfazioni anche ai due registi sardi candidati, Igort e Gianfranco Cabiddu, con una statuetta a testa per i loro film. Il fumettista cagliaritano, al debutto dietro la macchina da presa, ha portato alla vittoria Valeria Golino come miglior attrice non protagonista per il ruolo in “5 è il numero perfetto”. L’ennesimo premio per una delle stelle del cinema italiano che nel film di Igort è Rita, la donna che ama da sempre Peppino Lo Cicero, il personaggio principale interpretato da Toni Servillo, e lo aiuta ancora una volta quando dopo la morte del figlio il guappo in pensione riprende in mano la pistola e scatena la sua vendetta contro la famiglia criminale che ha tradito l’antico patto di lealtà della vecchia malavita, nella Napoli degli anni Settanta dove si svolge la storia. Un ruolo di supporto quello affidato a Valeria Golino, ma fondamentale nella vicenda che ha una parentesi piccola, ma importante anche in Sardegna, diventata per Igort luogo ideale nel quale ricreare quel paese di un immaginario staterello sudamericano già descritto nella sua graphic novel che ha ispirato il film (le riprese nell’isola si sono svolte, per alcuni giorni, nella spiaggia di Is Arutas e nel villaggio di San Salvatore).

«Sono davvero felice – sottolinea il fumettista e regista sardo – per il premio a Valeria, meritatissimo. È un’attrice straordinaria, grande professionista e unica nella sua recitazione istintiva. Con gli altri interpreti, Toni Servillo e Carlo Buccirosso, ha creato quel feeling che cercavo». Il film era candidato a ben nove David di Donatello, anche se quello a Valeria Golino alla fine è risultato l’unico per “5 è il numero perfetto” nella cerimonia che si è tenuta venerdì sera. «È stata una bella festa – aggiunge Igort – e ringrazio tutti. Spero che il film resti nel tempo. Questa è la cosa più importante, secondo me, per un’opera. Intanto continuo a lavorare come sempre su altri progetti, a disegnare e scrivere fumetti e non solo».

Se la serata dei David non ha regalato in generale grandi sorprese rispetto ai pronostici della vigilia, almeno un’eccezione c’è stata. Il premio per la musica a “Il flauto magico di Piazza Vittorio” diretto da Gianfranco Cabiddu insieme con Mario Tronco, film coloratissimo che reinterpreta un testo classico come “Il flauto magico”, portato sullo schermo in otto lingue dai musicisti-attori della multietnica Orchestra di Piazza Vittorio. «Non ce l’aspettavamo proprio – sottolinea Gianfranco Cabiddu – e già solo essere presenti nella cinquina dei candidati era motivo di soddisfazione. Anche perché nella categoria erano stati nominati, per film importanti, grandissimi musicisti come Nicola Piovani e Dario Marianelli, entrambi già vincitori di un Oscar, e un’icona come Thom Yorke. Lo viviamo come un riconoscimento a un’operazione filmica particolare, un musical che esalta il lavoro di gruppo fatto da tutte le persone impegnate nella sua realizzazione».

Per quanto riguarda il resto dei premi è andata sostanzialmente come tutti ipotizzavano, con “Il traditore” di Marco Bellocchio che si è portato a casa sei dei premi principali: miglior film, regia, attore protagonista (Pierfrancesco Favino) e non protagonista (Luigi Lo Cascio), sceneggiatura e montaggio. Miglior attrice protagonista è stata invece Jasmine Trinca per “La dea fortuna” di Ferzan Ozpetek. I premi tecnici se li sono in pratica divisi “Pinocchio” di Matteo Garrone (miglior scenografia, costumista, acconciatura, truccatore, effetti visivi) e “Il primo re” di Matteo Rovere (miglior produttore, fotografia e suono). Un solo David a “Martin Eden” di Pietro Marcello, quello per la miglior sceneggiatura non originale.

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