La Nuova Sardegna

Pace, Nobel per la guerra alla fame

Pace, Nobel per la guerra alla fame

Premiato il Wfp che porta cibo e assistenza alle vittime dei conflitti nel mondo

10 ottobre 2020
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ROMA. A sorpresa il Nobel per la Pace 2020 è andato al World Food Programme «per i suoi sforzi nel combattere la fame, per il suo contributo nel migliorare le condizioni per la pace nelle aree colpite da conflitti e per la sua azione nel guidare gli sforzi per prevenire l’uso della fame come arma di guerra». Una scelta sulla quale ha pesato anche la pandemia da coronavirus che, assieme ai conflitti in corso nei teatri più poveri del pianeta, «ha portato ad un drammatico aumento del numero di persone che vivono sull’orlo della fame». Di fronte a questo mix micidiale, ha spiegato la presidente del Comitato per il Nobel Berit Reiss-Andersen, «il Wfp ha dimostrato un’impressionante capacità di intensificare i propri sforzi». Sono state quindi smentite ancora una volta le previsioni della vigilia che vedevano tra i candidati più accreditati l’attivista green Greta Thunberg e l’Organizzazione mondiale della sanità, oltre all’oppositore russo Alexei Navalny e a un improbabile Donald Trump. «Sono senza parole per la prima volta nella mia vita», ha commentato a caldo il direttore esecutivo del Wfp, l’americano David Beasley, commosso ma forse anche con un pizzico di compiacimento per la decisione del Comitato che non si è fatto influenzare dal circo mediatico alimentato dalle manifestazioni oceaniche pre Covid di Greta o dall’attenzione spasmodica del mondo, in piena crisi pandemica, verso le quotidiane conferenze stampa di Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms. Ringraziando il Comitato, il Wfp - che ha sede a Roma - ha sottolineato in un tweet che il Nobel «è un potente promemoria per il mondo che la pace e #famezero vanno di pari passo». Il premio «è un riconoscimento del lavoro dello staff del Wfp che mette le proprie vite in prima linea ogni giorno per portare cibo e assistenza a più di 100 milioni di bambini, donne e uomini affamati in tutto il mondo», ha spiegato ancora Reiss-Andersen testimoniando il valore che il Comitato ha attribuito all’aiuto concreto di fronte al «drammatico aumento del numero di persone che vivono sull’orlo della fame».

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