La Nuova Sardegna

Gli antichi gioielli della tradizione rinascono in 3D

di Gabriella Grimaldi
Gli antichi gioielli della tradizione rinascono in 3D

Il progetto Art Lab Exper dell’Accademia di Sassari mette insieme i saperi dei laureati con quelli degli artigiani

05 novembre 2020
4 MINUTI DI LETTURA





Le raffinate competenze della sapienza artigiana e l’innovazione tecnologica diventano elementi di un percorso unico che ha l’ambizione di traghettare le idee e le creazioni da un ambiente “di nicchia” al mercato internazionale. Così, pezzi unici come gioielli nati dalla manualità trasmessa di generazione in generazione diventano oggetti bellissimi ma alla portata di molte più persone, sia come visibilità che come costi.

È la sfida del progetto “Art Lab Exper”, finanziato nell’ambito del Programma Interreg Italia-Francia Marittimo 2014-2020, sviluppato dall’Accademia di Belle Arti “Mario Sironi”. Valorizzare l’artigianato artistico e rilanciarlo in una dimensione ben più ampia di quella locale rappresenta dunque l’obiettivo di questo percorso intrapreso nel 2017 con il primo step del progetto “Art lab Net” sviluppato grazie alla collaborazione e al dialogo tra giovani studenti e artigiani locali.

«Il progetto, individuando l’innovazione come leva principale per lo sviluppo sostenibile – dice il direttore dell’Accademia Sironi Antonio Bisaccia –, ha messo a disposizione delle imprese locali poli di competenza e di servizio condivisi: i Centri di Risorse e Innovazione per i Mestieri d’Arte».

Il fulcro operativo di questa sinergia virtuosa tra artigianato e nuove tecnologie è rappresentato in Sardegna da due Centri Risorse: il Centro ArtiManos a Cagliari e l’Art Lab Accademia Sironi a Sassari, quest’ultimo realizzato all’interno dell’ex saponificio Masedu gestito oggi dall’Accademia Sironi in cui trovano spazio un Fab Lab artistico, un coworking e un incubatore d’impresa gestiti dall’artista e docente Pier Paolo Luvoni. «Art Lab Exper nel suo percorso ha permesso di sperimentare nuove modalità di collaborazione tra giovani neolaureati nelle discipline artistiche e della comunicazione con aziende artigiane che operano nel campo dell’artigianato artistico – dice Daniele Dore, coordinatore del progetto – con l’obiettivo ultimo di individuare nuove modalità di inserimento nel mondo del lavoro».

Il progetto, coordinato dal Dipartimento di Architettura e Design dell’Università di Genova (capofila), ha permesso di selezionare 10 borsisti: 5 fra Francia e Corsica, 2 in Liguria e 3 in Sardegna: l’architetto Sara Vignoli e due neolaureati dell’Accademia Sironi, Ciriaco Canu e Omar Schintu.

Ciriaco Canu, artista e designer diplomato all’accademia Sironi in Grafica d’Arte e Progettazione, ha realizzato la sua ricerca con il Laboratorio Orafo Roberto Costa di Alghero. «Abbiamo realizzato un gioiello tipico dell’oreficeria sarda: un portareliquie a forma di cuore, utilizzando la tecnica della progettazione digitale e della stampa 3D ormai sempre più applicata in questo settore – spiega Ciriaco Canu –. Nella lavorazione tradizionale il prototipo viene stampato in cera e successivamente, versando il metallo liquido sullo stampo, trasformato in una riproduzione perfetta del modello disegnato». L’impatto principale della stampa 3D in questo ambito risiede nella possibilità di creare direttamente un modello in resina o cera, pronto per la microfusione. «Lavorando in digitale abbiamo il vantaggio di poter modellare un dettaglio dell’intarsio – conclude Canu – ingrandendo sullo schermo il particolare che ci interessa». Ma il passaggio ancora più interessante è legato all’utilizzo della stampante 3D. Questo macchinario, tra i fiori all’occhiello del centro risorse “Art lab” di Sassari, una volta acquisto il file del progetto è in grado di riprodurlo fedelmente in 3D in ogni minimo dettaglio “stampandolo” poi in resina calcinabile. «Proporre sul mercato questo porta reliquie ad un prezzo contenuto – dice Roberto Costa – è un modo per mantenere viva una tradizione che rischia di morire e diventare mero reperto storico da ammirare in un museo. La crisi economica permette ad un target sempre più ridotto di poter acquistare pezzi unici a costi elevati. Bisogna essere competitivi sul mercato ed imparare a considerare la tecnologia come un'alleata e non come un antagonista. Credo che il dialogo tra artigiani e designer sia da sostenere ed incentivare perché sempre più aziende possano trarne beneficio».

Sara Vignoli, designer e architetto, ha incentrato la sua ricerca sull’innovazione della tradizione artigianale utilizzando un’altra tecnica sviluppata nel centro risorse sardo quella del taglio laser. Ad essere supportata nella sua produzione è stata l’artigiana Rosalba Piras tra le ultimi custodi di una tradizione antichissima quella dell’intreccio sardo. «Grazie al progetto Artlab Exper – spiega Piras – ho avuto l’occasione di provare a realizzare un sogno: salvare la tradizione dell’intreccio, tipica del mio paese d’origine: San Vero Milis. Le lavorazioni più a rischio sono quelle delle corbule, utilizzate anticamente per pane e dolci. Non essendo più necessari per le loro funzioni originarie questi manufatti sono diventati sempre più rari». Ed ecco l’idea: unire manualità e tecnologia realizzando delle borse in cui tradizione e innovazione si possano fondere insieme. «I cesti – spiega Sara Vignoli – sono diventati così delle borse modulari a partire da un unico pezzo di cuoio, grazie al taglio laser, abbiamo progettato due diverse opzioni. Nella prima, la borsa è costituita da una struttura tagliata al laser, che funge da base su cui intrecciare il giunco a mano. Nella seconda, due parti distinte, una intrecciata a mano e l’altra tagliata al laser, sono connesse tra loro». I maker sardi del progetto “Art Lab Exper” portano avanti una sfida condivisa: utilizzare combinazioni ibride manuale-digitale, per tramandare e innovare la tecnica della tradizione.



In Primo Piano
Sanità

Ospedali, Nuoro è al collasso e da Cagliari arriva lo stop ai pazienti

di Kety Sanna
Le nostre iniziative