La Nuova Sardegna

Arriva “Anna”, la serie-profezia di Ammaniti

di Nicoletta Tamberlich
Arriva “Anna”, la serie-profezia di Ammaniti

La storia, scritta nel 2015, parte da un’epidemia che cancella tutti gli adulti dal mondo. Sei puntate in onda su Sky 

13 aprile 2021
3 MINUTI DI LETTURA





ROMA. «Ci tengo a dire che il libro era nato da un’idea distante e ben precisa: come sarebbe un mondo di bambini senza adulti, se la caverebbero? È vero, ci sono delle coincidenze: Anna è ambientata nel 2020, ma non ha attinenza con il Covid. Il fulcro propulsivo sta nella tenacia, nella speranza, nella voglia di farcela, che muove tutto». Così Niccolò Ammaniti spiega come è nata l’idea dell’attesissima serie tv “Anna” (i sei episodi saranno disponibili su Sky Atlantic e su Now dal 23 aprile) tratta dal suo romanzo omonimo del 2015 edito da Einaudi, una serie Sky Original prodotta da Wildside. Il punto di partenza è un’epidemia, “la Rossa” che colpisce tutti gli adulti del mondo, uccidendoli. Solo i bambini fino all’età della pubertà sembrano esserne risparmiati. In realtà, ciò su cui Ammaniti punta soprattutto è il rapporto dei piccoli con il mondo “grande” e la loro capacità di resilienza. Il mondo dei bambini selvaggi, quello risultato dalle conseguenze de «La Rossa», contempla anche Anna - l’esordiente Giulia Dragotto - che vive nel Podere del Gelso, in Sicilia, con il fratellino, Astor (Alessandro Pecorella), che la quattordicenne cura seguendo tutte le istruzioni che la madre (Elena Lietti) le ha lasciato nel Libro delle Cose Importanti, quando il piccolo viene rapito.

Parte così il viaggio avventura di Anna alla ricerca del piccolo, un percorso di vita: così l’impatto con i Blu, comunità alla cui testa c’è Angelica (Clara Tramontano), perfida regina che trattiene Astor e La Picciridduna-Katia (Roberta Mattei), un adulto ermafrodita sopravvissuto alla tabula rasa «dei grandi», che parrebbe possedere il potere di salvare dal virus. «Dopo aver chiuso il romanzo ho passato anni pensando a questa storia – sottolinea Ammaniti – alla vicenda di questa ragazzina in questo mondo in cui diventa madre senza esserlo, superando i limiti di un luogo senza senso. Poi ne ho parlato a Mario Gianani, che aveva i diritti del libro, e siamo arrivati a parlare di una serie corale: oltre alla sola Anna ho approfondito altri personaggi che erano solo accennati. Per la serie, mi ha ispirato il dipinto I giochi dei fanciulli di Bruegel: una piazza piena di bambini è stata la prima impressione visiva di quello che dovevo fare; poi, altra ispirazione è stata il film Apocalypto, che mi aveva colpito per trucco e costumi». Il caso ha voluto che le riprese della serie, di cui Ammaniti è regista e co-sceneggiatore con Francesca Manieri, iniziassero pochi mesi prima che il Covid-19 arrivasse in Italia. Interrotta per il lockdown, la lavorazione di Anna è poi ripartita in piena emergenza. Ma com’è un mondo in mano ai più piccoli? Spiega Ammaniti: «Un mondo di bambini nel quale nulla gli viene insegnato è feroce». «Ecco, se c’è una morale in Anna è che non può esserci un futuro senza un passato».

In Primo Piano

VIDEO

Il sindaco di Sassari Nanni Campus: «23 anni fa ho sbagliato clamorosamente. Il 25 aprile è la festa di tutti, della pace e della libertà»

L’intervista

L’antifascismo delle donne, la docente di Storia Valeria Deplano: «In 70mila contro l’oppressione»

di Massimo Sechi
Le nostre iniziative