La Nuova Sardegna

Tavolara e Parco di Tepilora: scrigno di tesori naturalistici

di Domenico Ruiu
Tavolara e Parco di Tepilora: scrigno di tesori naturalistici

In edicola il quinto volume della collana “Sardegna viva” dedicato alle oasi di biodiversità dell’area centro-orientale della regione

08 ottobre 2021
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Nel quinto volume della collana “Sardegna viva” (in edicola da venerdì 8 ottobre a 8.50 euro oltre il prezzo del quotidiano) ritroviamo due autentiche eccellenze naturalistiche della Sardegna: il Parco regionale Tepilora e l’Area marina protetta Tavolara - Punta Coda Cavallo.

L’istituzione del parco, avvenuta nel 2014, è stata fortemente voluta dalle amministrazioni dei comuni interessati (Posada, Torpè, Lodè e Bitti), fatto assolutamente innovativo nel panorama della tutela ambientale in Sardegna. Il territorio del parco, che comprende ambienti montani, fluviali e zone umide, è caratterizzato da una grande biodiversità (ambientale). Caratteristica che nel 2017 è stata il vero motivo dell’istituzione da parte dell’UNESCO della “Riserva della Biosfera Tepilora, Rio Posada e Montalbo”. La Riserva comprende il territorio di 17 Comuni della Baronia, della Barbagia e della Gallura. Questo prestigioso riconoscimento mira a favorire un processo di sviluppo sostenibile nella popolazione locale, promuovendo le attività tradizionali (agricoltura, pastorizia e artigianato) e rafforzando la consapevolezza della necessità di conservare la biodiversità. Nel parco è attualmente in svolgimento un importante progetto “Life” finalizzato alla reintroduzione in Sardegna dell’aquila del Bonelli, un rapace scomparso dall’isola nella seconda metà del secolo scorso. L’isola di Tavolara si presenta come una vera montagna sul mare e le sue verticalità non fanno sconti, giustificando pienamente tale accostamento. Tavolara è anche il regno delle famose capre “dai denti d’oro”. Talmente “mitiche” che molti cacciatori del continente organizzavano mirate spedizioni per cacciarle.

I capitoli introduttivi illustrano le caratteristiche geologiche e la biodiversità ambientale, con puntuali approfondimenti delle schede sul Monumento naturale Sa Preta Istampata e su specie animali uniche come il gracchio corallino e il geotritone del Monte Albo. Anche in questo volume un intero capitolo è dedicato alla scoperta delle più importanti specie fungine presenti nel territorio. A seguire si attraversano “I Monti Remulis, cuore della Baronia”, svelando un ambiente di grande bellezza e armonia paesaggistica. Due sono le più importanti bellezze naturalistiche sconosciute ai più e qui descritte: Sa Conca Isteddata, nei monti di Irgoli, un piccolo tafone di granito unico nel suo genere, armoniosamente traforato in ogni sua parte, volta compresa, dal continuo lavorio di vento e pioggia; e Sa Cuilarja ’e Preda Longa, nei monti di Loculi, una vera e propria foresta di lentischi secolari estesa circa sei ettari.

Ogni territorio ha un animale simbolo: in Baronia tale ruolo è attributo alla pernice sarda, una specie rustica e schiva, della quale sono descritte le curiose abitudini di vita, frutto di anni di osservazioni fatte sul campo. Parlare del Monte Albo, una montagna carsica rude, fatta di paesaggi sofferenti quanto affascinanti, significa addentrarsi in un ambiente aspro, difficile, reso inospitale dalla mancanza d’acqua dove l’uomo in passato ha faticato per sopravvivere e che oggi rappresenta invece una delle più affascinanti terre selvagge della Sardegna, regno assoluto di aquile e mufloni. “Il romanzo della foresta di Crastazza e Tepilora” è un racconto evocativo di altri tempi vissuti in quello che oggi è il cuore del Parco di Tepilora. Il capitolo conclusivo descrive le grotte del Monte Albo, raccontando le emozionanti scoperte scaturite dall’esplorazione del fiume sotterraneo che attraversa per intero questa montagna calcarea.

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