La Nuova Sardegna

Festa delle sonorità brasiliane al concerto di Marisa Monte

Enrico Gaviano
Marisa Monte durante il concerto di Cagliari
Marisa Monte durante il concerto di Cagliari

Gran successo per l’artista di Rio de Janeiro al Teatro Massimo di Cagliari. Dai vecchi successi sino ai brani dell’album Portas fra samba, soul, pop e jazz

21 giugno 2022
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Metti insieme un gruppetto di brasiliani, e finisce sempre con una festa. Come l’epilogo di sabato sera del concerto della star sudamericana Marisa Monte al Teatro Massimo di Cagliari quando sotto il palco ci si è ritrovati tutti a ballare come nei locali del quartiere di Lapa a Rio de Janeiro. Il suo primo concerto in Sardegna non ha tradito le attese: Marisa Monte, al momento l’artista brasiliana più conosciuta al mondo, si è esibita per due ore in uno spettacolo pieno: 30 canzoni, dialogo con il pubblico (in italiano) e cambi di costume in scena giusto per evitare di perdere tempo.

L’artista 55enne ha spaziato dai più vecchi successi di una carriera iniziata nel 1989 sino ai brani di “Portas”, l’album che dà anche il nome alla tournèe che, dopo un avvio nelle Americhe ha portato la cantante di Rio de Janeiro in Europa. Esordio a Milano, all’Arcimboldi e, dopo Cagliari (organizzazione di Sardegna Concerti), spettacoli in Europa passando da Londra a Parigi, da Madrid a Lisbona, fino al 9 luglio ultima data italiana a Perugia, per Umbria Jazz. Portas-Tour 2022 proseguirà in Sudamerica con le esibizioni in Brasile, Argentina, Cile e Uruguay. Ad affiancare Marisa Monte una band di musicisti brasiliani di altissimo livello.

La serata al Massimo si è aperta con “Portas”, brano che introduce al lavoro fatto da Marisa Monte con i suoi collaboratori tra il 2020 e il 2021, in piena pandemia. Poi ancora altri pezzi del nuovo album in cui Marisa Monte esalta le sue capacità nel mischiare i generi, come solo i grandi compositori di musica latina riescono: un cross-over di note in cui pop, samba, soul e jazz si incrociano per tirar fuori sonorità uniche. In tutto questo la sua voce gioca una parte essenziale: si arrampica e segue anche gli accordi più arditi senza sbavature. Il pubblico applaude, si diverte, si scioglie battendo le mani su “A lingua dos animais” e segue cantando con l’artista brasiliana quando attacca i pezzi storici come “Beija Eu” e Ainda lambra”. Arriva “Vento Sardo”, uno dei pezzi del nuovo lavoro del clan della cantautrice carioca. Lei canta e nel teatro si sente un’atmosfera suggestiva. Chiuso il pezzo spiega: «Ho scritto questo brano 5 anni fa, stando in Sardegna in vacanza. Mi sono innamorata di questa isola e per questo sono molto contenta di essere con voi qui».

L’applauso è entusiasta, ma Marisa Monte non si ferma certo, vuole conquistare ulteriormente il pubblico e tira fuori la bellissima “Deja Vu”, pezzo scritto con Chico Brown, giovane musicista ma già affermato che nella band suona chitarra e tastiere e sembra avere una grande carriera davanti. Il ritmo si fa incalzante perché subito dopo ecco “Dança da solidão”, forse uno dei brani più belli del repertorio della cantante di Rio de Janeiro. A seguire  “Elegante Amanhecer”, scritta con il percussionista (e chitarrista) Pretinho de Sarrinha e si è subito proiettati nel Carnevale più bello del mondo: un samba che lei balla (con Pretinho) e canta scatenando la platea. Poi è Marisa Monte a invitare la gente sotto il palco a ballare sulle note di “Magamalabares”. Si vola verso la fine quando tutti in sala cantano a cappella “Ben que sis, cover di “E po’ che fà” di Pino Daniele che lei ha reso famosa in Brasile. Chiusura con la notissima “Ja sei namorar” portata al successo da Marisa Monte nell’esperienza con i Tribalistas

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