Valeria Marini: «Basta con queste bugie io sono e mi sento sarda»
La showgirl torna in tv come concorrente a “Tale e quale”. «Devo tutto al Bagaglino. Sordi? Due anni di vita meravigliosa»
Forse, scomodando Umberto Eco, si potrebbe parlare di fenomenologia di Valeria Marini. Da trent’anni - ma guai a sottolinearlo- il suo nome è legato agli eventi di spettacolo più importanti del Paese. Da Sanremo a Venezia, passando per Bagaglino, domeniche in, isole dei famosi, grandi fratelli, film, pubblicità, calendari. E ora l’attrice è pronta a ritornare in pista a “Tale e quale show”, dove, per la prima volta, smetterà i panni di vamp senza tempo, tutta lustrini e pailletes, per trasformarsi ogni settimana in una big della musica. Una nuova avventura che va ad aggiungersi a un curriculum in cui la tv si alterna al cinema, al teatro, alla moda.
Valeria, come l’ha convinta Carlo Conti?
«”Tale e quale” mi è sempre piaciuto, è un bellissimo spettacolo grazie alla professionalità di Carlo. Erano due anni che volevo fare il provino. Questa volta sono riuscita a mandarlo per tempo e mi hanno presa. Anche Maurizio Costanzo ha avuto belle parole per la scelta di Carlo».
Quali erano i suoi idoli musicali da adolescente?
«Gli stessi di adesso: Mina, Patty Pravo, Madonna».
Teme il voto della giuria?
«Sono tre figure importanti dello spettacolo: Loretta Goggi è una star indiscussa della musica e della tv. Panariello e Malgioglio uguale. Non li temo, però. Io cercherò di dare il massimo per conquistare giuria e pubblico. Mi sto preparando, sto studiando. È uno spettacolo molto importante, per me sarà anche una prova artistica. La parola d’ordine è divertirsi, ma so che sarà anche molto impegnativo».
Nata a Roma e cresciuta a Cagliari. Perché da anni si dice che Valeria Marini non si sente sarda?
«È una cosa falsa come quella che non sono puntuale. Io sono proprio sarda, i miei valori sono quelli: il rispetto per gli altri, la volontà, non mollare fino alla fine, la lealtà. Mia madre è sarda e ho tanti parenti in Sardegna».
Ma perché allora questa leggenda?
«Forse perché una volta in una intervista ho detto che non sono nata in Sardegna ma a Roma. Ma è la verità. Io ne sarei stata felicissima ma non è così. Io sono fiera di avere sangue sardo, di portare dentro di me gli insegnamenti e i valori di una mamma sarda doc».
Cosa sognava la Valeria studentessa del liceo Dettori di Cagliari?
«Da bambina avrei voluto curare gli animali, ma quando sono diventata più grande sognavo di essere quella che sono: cantare, recitare, ballare».
Prima di diventare famosa ha lavorato in discoteca a Porto Rotondo.
«Lo facevo per mantenermi. Io mi sono sempre rimboccata le maniche. Ai tempi facevo la ragazza immagine e il deejay era Lorenzo...».
Non ancora Jovanotti.
«Era stupendo, una persona unica, amava la musica più di ogni altra cosa, un genio. E ci siamo innamorati».
Il successo arriva con il Bagaglino: come ha conquistato Pier Francesco Pingitore?
«Io nasco artisticamente in teatro, poi Ninni mi ha scelto in mezzo a mille persone e mi ha dato la possibilità di salire su quel palcoscenico. Mi ha regalato il grande successo. Oggi soffro tantissimo perché il Salone Margherita, uno dei teatri liberty più belli d’Europa, è incomprensibilmente chiuso. Grazie a Franceschini non è stato venduto, ma bisogna fare di tutto per riaprirlo».
Ai tempi al Salone Margherita c’era un via vai di politici.
«Ai tempi si faceva satira, oggi la satira è diventata realtà».
Pamela Prati ha ammesso che ai tempi era gelosa di lei.
«Io non mi sono mai sentita in competizione, perché quando sono arrivata io lei era già andata via per fare altri spettacoli. Io non le ho tolto niente. Oggi siamo anche amiche. Sono stata l’unica nel momento del linciaggio a tenderle una mano, a prendere le sue difese in pubblico. Potrà avere anche sbagliato, ma non è giusto come è stata massacrata. Ora spero che il Grande fratello le porti un po’ di forza».
Bagaglino, mondiali, Ip, Sanremo, calendari, cinema: negli anni Novanta era una star. Quanto guadagnava?
«I soldi non mi sono mai interessati, non sono una persona materiale. A me interessa solo poter condividere con il pubblico. Gli ultimi sono stati anni tremendi. Pochi giorni fa ero al concerto di Renato Zero: ritrovarsi in mezzo alla gente è stato come un sogno».
Con “Bambola” al festival di Venezia: oggi come cataloga l’incontro con Bigas Luna?
«Un cult. Un film che ha sbancato il botteghino, fatto parlare. Ancora oggi, in terza serata, fa più del 20 per cento di share».
Il film con Alberto Sordi: che rapporto fu?
«Purtroppo l’ho incontrato quando era già grande, ma sono stati due anni di vita meravigliosa. Voleva sempre che lo accompagnassi ai festival: a quel tempo sono stata la donna più premiata d’Italia. E pensare che quando mi hanno detto che mi voleva nel suo film avevo pensato a uno scherzo».
Ha amici nel mondo dello spettacolo?
«Ho rapporti bellissimi con tutti, non ho nemici».
È ancora amica dei Bertinotti?
«Ci siamo incontrati da poco in ristorante e sono le persone speciali che sono sempre state».
C’è chi sostiene che la fine politica di Bertinotti sia dovuta anche alle sue frequentazioni mondane, compresa la sua.
«Falsità, come quella che non mi sento sarda».
Un’ultima domanda: ma quando non è in tv o su un red carpet indossa i jeans o la tuta?
«Certo, li ho e li uso quando servono. Posso aggiungere una cosa io?»
Certo.
«Viva sempre la Sardegna. Baci stellari».