La Nuova Sardegna

Il live al Jazz Expo

Camilla George a Cagliari: «Suono il futuro con le mie radici»

di Gabriella Grimaldi
Camilla George a Cagliari: «Suono il futuro con le mie radici»

Oggi Kenny Barron e Cris McBride

08 ottobre 2023
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dall’inviata a Cagliari Un meraviglioso incrocio fra le sonorità più cool del momento e il ritmo tribale alle origini del mondo. Questo è stato lo strepitoso live - andato in scena ieri sera per European Jazz Expo - di Camilla George, giovane artista considerata dalla critica una delle figure più interessanti del panorama jazzistico europeo e non solo. Perché il messaggio che Camilla lancia in ogni suo concerto è quello di volare alto restando sempre ben attaccati alle proprie radici. «Sono nata in Nigeria, il mio popolo sono gli Ibibio e alla loro storia e cultura dedico le mie ricerche artistiche». Ciò che viene fuori è un viaggio a folle velocità dalle leggende arcaiche africane ai rituali della religione segreta Ekpe fino ai grattacieli di Londra, dove la jazzista vive da tanti anni, e al melting pot delle sue periferie. Tutto questo tradotto in un suono coinvolgente reso perfetto dall’interplay fra i musicisti sul palco: accanto a Camilla al sassofono, Rod Youngs alla batteria, Renato Paris voce e tastiere e Paul Michael al basso elettrico. «Attraverso la mia musica – ha detto Camilla alla Nuova Sardegna – voglio rendere giustizia al mio popolo e raccontare come la tragedia della schiavitù ha cambiato la loro storia. Il mio primo album si intitola “The people could fly”, e parla di libertà, ciò a cui non si può e non si deve rinunciare». Un messaggio chiaro che è arrivato dritto al cuore degli spettatori entusiasti. A incantare il pubblico con i suoni millenari dell’oud, ci aveva già pensato poco prima Anouar Brahem, musicista tunisino, maestro capace di declinare il suono esotico di questo affascinante strumento nei codici del jazz contemporaneo.

Accompagnato sul palco da Klaus Gesin al clarinetto, Björn Mayer al basso e Khaled Yassine alle percussioni ha regalato una scaletta intonata alla gentilezza della sua cultura senza trascurare momenti di grande ritmo che hanno confermato le sue interazioni con stelle del jazz come Jan Garbarek e Dave Holland. La giornata di ieri d’altra parte si era “consumata” tra appuntamenti molto diversi fra loro: dal laboratorio per i bimbi di Francesca Romana Motzo con la collaborazione del chitarrista algherese Marcello Peghin alle degustazioni guidate dei vini delle Cantine Pala (partner del festival), dalle incursioni della big band di Paolo Carrus - che per tutte le serate della rassegna offre momenti di grande musica nella terrazza del teatro - alla masterclass sull’industria musicale di Luigi Sidero. Tutti eventi che in questi giorni stanno trasformando gli spazi del Massimo in un crocevia di idee, culture, persone in arrivo da tutti i continenti e ovviamente tanta bella musica. Lo si era visto già venerdì, quando l’Eje era entrato nel vivo con il live di Rita Marcotulli, grande pianista amica da decenni dell’isola che, accompagnata da Israel Varela alla batteria, ha dimostrato ancora una volta la sua capacità di improvvisazione, quella di spaziare tra i generi musicali, da quelli colti ai più popolari e quella di saper creare un’intesa unica con i suoi compagni di viaggio e con il pubblico che l’ha ringraziata applaudendo a raffica.

Dopo di lei sul palco del teatro Massimo, sempre venerdì, sono saliti gli uomini del Nord, gli scandinavi Rymden. Portatori sani della necessità di sperimentare tra le tante espressioni artistiche, i tre hanno condotto i loro strumenti ai “poli opposti” della musica, da Bach alla musica da film, dal jazz sperimentale in stile vintage alle pennellate rock. Atmosfera nordica con tecnica da vendere. Oggi invece è il giorno dei fuochi d’artificio per l’organizzazione di Jazz in Sardegna e del suo direttore artistico Massimo Palmas. Alle 18.30, nella sala M1 del teatro, uno degli appuntamenti più attesi: ovvero mister Kenny Barron, uno dei migliori pianisti jazz del mondo (definizione del Los Angeles Times), con le musiche del suo nuovo disco “The Source”.

L’aperitivo in terrazza, alle 20, è con il New Ensemble di Paolo Carrus, un aperitivo che porta dritto dritto al concerto di Cristian McBride’s New Jawn, ovvero uno dei più straordinari bassisti jazz della sua generazione. Compositore, arrangiatore, educatore, curatore e produttore, da oltre venti anni McBride è una delle figure più importanti e onnipresenti della scena mondiale. Di mattina, alle 11,30 presentazione del progetto Archivio Isio Saba.

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